Roche

In due recenti interviste, il CEO di Roche Severin Schwan ha tratteggiato un quadro molto preciso per il presente e il futuro del settore farmaceutico.
"Siamo nel mezzo della tempesta perfetta" ha dichiarato Schwan, per il quale le aziende farmaceutiche si trovano sotto la pressione di 3 fattori:
- le agenzie regolatorie, che pongono un'attenzione crescente sul rapporto rischi/benefici e sugli effetti collaterali;
- i decisori che governano la spesa pubblica, che richiede risultati sempre più concreti a fronte della costante richiesa di ridurre i costi della sanità;
- gli investitori, che richiedono remunerazioni più alte, a fronte di una crescente preoccupazione su produttività e redditività della R&D.

L'insieme di queste pressioni, secondo Severin Schwan, genera appunto la tempesta perfetta, che porterà come conseguenza una crescente segmentazione e differenziazione nel settore farmaceutico. Alla luce del calo costante del ROI della R&D, Schwan ha tracciato una previsione per la quale nel corso dei prossimi 10 anni si affermeranno solo le aziende che riusciranno a focalizzare la propria attività sulla sulla vera innovazione. Il focus dell'innovazione, per Schwan come per altri esperti del settore, devono essere l'approccio alla terapia personalizzata e i test genetici. La "giusta dose" del "giusto farmaco" per ogni singolo paziente, unite ad una maggiore tolleranza e minore tossicità dei trattamenti, diventano la chiave per una terapia più efficace e, in ultima analisi, anche per una riduzione dei costi.

Per Roche questo approccio è già realtà: 6 su 12 farmaci all'ultimo stadio di sviluppo sono basati sulla medicina personalizzata, mentre fra quelli in studio la percentuale è ancora più alta.

Il mercato, secondo Schwan, tenderà quindi nei prossimi anni a polarizzarsi tra le aziende innovative nelle terapie personalizzate e i produttori di generici che si raggrupperanno, consolidandosi in una logica di economie di scala. Scompariranno dunque i player che si posizionano nel "mezzo" di questo due estremi: non ci sarà più posto, infatti, per le aziende che perseguono strategie di business basate su farmaci me-too e sull'estensione delle linee, mantenendo bassi livelli di innovazione e differenziazione. Il destino di queste società sarà quello di essere acquistate, ovvero di ricorrere a fusioni per cercare attraverso l'accorpamento dei listini e l'ottimizzazione dei processi, un posizionamento da azienda genericista, focalizzandosi sulla minimizzazione dei costi di produzione.

La previsione si presenta quindi ben sostanziata e condivisibile, ma si dovrà scontrare con la capacità di decisori e agenzie regolatorie di valutare dati ed efficacia in tempi rapidi e, alla luce dei continui tagli alla spesa sanitaria, in un'ottica di risparmio di "breve periodo", di rendere realmente accessibili ai cittadini  queste terapie. Le rigidità del sistema e la continua contrazione di risorse a disposizione rischiano di rendere molto più complessa, lunga e tortuosa la strada dell'evoluzione del settore farmaceutico.

 

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