L'informazione offerta ai pazienti, dai medici in primis, è inadeguata e il risultato è un  dialogo insufficiente tra medici e pazienti sui farmaci e sui possibili effetti collaterali. Non solo, sono poche anche le informazioni fornite dai medici sui costi della cura. L'effetto così è che i pazienti hanno scarsa fiducia nella terapia e fanno ricorso a un pericoloso fai-da-te. E' questo, in sintesi, quello che emerge dall'inchiesta sull'uso dei farmaci e sul rapporto medici-pazienti che Altrconsumo, associazione indipendente di consumatori, ha condotto su 2265 italiani, campione rappresentativo della popolazione adulta del nostro Paese. L'inchiesta rientra in un'indagine che ha coinvolto più di 10100 cittadini europei, condotta da associazioni di consumatori indipendenti in Europa, che sarà pubblicata su Salutest di giugno. Ma quali sono stati i risultati?


In Italia tre quarti degli intervistati segnala di aver fatto le più recenti visite mediche presso il Servizio sanitario nazionale, più spesso per uno specifico problema di salute. Un quarto del campione si fa visitare per un check-up generale, il 17% per farsi rinnovare la prescrizione delle medicine. Metà del campione è uscito dal consulto del medico con una ricetta, in media con la prescrizione di due farmaci. L'11% dichiara di aver ricevuto una prescrizione di 4 o più medicinali. Il 54% della totalità degli intervistati dichiara di non aver ricevuto alcuna informazione sul costo della cura. Il 90% dei farmaci prescritti è di marca. Il 39% riferisce che il medico non ha parlato dei possibili effetti collaterali del farmaco prescritto. Gravi lacune nel dialogo che si ripercuotono sulla conoscenza dei farmaci, dato che l'80% del campione dichiara di considerare il medico di famiglia la fonte di informazione principale, a fronte di circa il 40% che dichiara di rivolgersi anche al farmacista. Purtroppo le indicazioni del medico non sono osservate scrupolosamente da tutti. Il 7% dei pazienti che ha avuto una prescrizione non ha comprato il farmaco. Per circa un terzo di questi, perché lo aveva già a casa. Per altri perché il farmaco era troppo caro. Il 17% degli intervistati giudica comunque troppo elevato il prezzo dei farmaci. Inoltre il 10% è insoddisfatto del contenuto della confezione del farmaco prescritto, eccessivo in quantità rispetto alle esigenze della cura. Altroconsumo attira l'attenzione su questo dato: lo spreco di medicinali è un costo inutile a carico dei singoli cittadini e del sistema nel suo complesso, ma anche a danno dell'ambiente; il 26% degli intervistati dichiara di buttare in pattumiera i farmaci scaduti e il 19% di gettarli nello scarico dei sanitari.

Gli italiani intervistati non brillano in accuratezza nell'assunzione dei farmaci: un quinto del campione dichiara di dimenticarsi di prendere le medicine, uno su dieci talvolta cambia di propria iniziativa la dose consigliata dal medico. Il rispetto della terapia sembra dipendere da diversi fattori, incluso anche il fatto che la visita abbia soddisfatto o meno le aspettative del paziente. Nel complesso l'indagine dimostra che l'informazione offerta ai pazienti è inadeguata. I medici non si dimostrano sempre disponibili al dialogo. Il cattivo uso delle medicine alcune volte dipende dalle iniziative individuali e da libere interpretazioni di singoli pazienti, legate anche alla sensazione di non gestire adeguatamente la malattia, non riuscire a interpretare i disturbi oppure il ciclico comparire o scomparire dei sintomi. La poca informazione genera scarsa fiducia nella terapia: un dato che i medici non dovrebbero ignorare.

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