Il fatto che un farmaco si presti ad abuso, uso improprio e anche peggio può avere gravi conseguenze sul piano commerciale. Quel che è peggio è che questa stia per diventare una tendenza, soprattutto nelle sue forme peggiori. Come è noto, negli Stati Uniti l'anno scorso è stata limitata la vendita dei farmaci da banco contenenti efedrina e pseudoefedrina, perché divenuti una facilmente accessibile materia prima per la preparazione della metilanfetamina. Ma a quanto pare, il fenomeno ha varcato l'Oceano e oggi la medesima questione si è proposta alla all'agenzia regolatoria Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency britannica MHRA (Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency). L'MHRA ha dunque avviato una pubblica consultazione sulla sua proposta di vincolare alla prescrizione i prodotti contenenti i due principi attivi.
L'MHRA ha avvinto anche una pubblica consultazione su questa proposta che prevede anche confezioni ridotte. Per il mercato britannico la confezione potrebbe contenere al massimo 720 mg di principio attivo (12 compresse da 60 mg o 24 da 30 mg o anche in alter combinazioni). Un'operazione non indolore, visto che si tratterebbe di rifare il packaging degi non trascurabili stock esistenti; tuttavia, l'MHRA si è ggià detta disponibile a discutere delle misure transitorie per minimizzare lo spreco, per esempio prvedere etichette autoadesive da applicare alle confezioni esistenti.
L'agenzia, peraltro, ha fatto notare che esistono prodotti da banco destination al trattamento di tosse e raffreddore che contengono sostanze diverse, in particolare la fenilefrina, con indicazioni ed efficacia simili. Tuttavia l'esperienza statunitense mostra chje non è così facile sostituire efedrina e pseudoefedrina con questo farmaco, tanto che alcuen aziende hanno interrotto lo sviluppo delle preparazioni di fenilefrina perché ""semplicemente infattibile"". In pratica, questa molecola presenta svantaggi rispetto alle due ""messe all'indice"" che anche con le attuali tecnologie non è possibile ovviare. Per esempio, l'emitvita di gran lunga inferiore, in quanto per ottenere lo stesso effetto il consumatore deve assumere un maggior numero di compresse. E anche quanto all'efficacia, secondo alcuni i dosaggi che l'FDA ha indicato negli Stati Uniti non sono tali da garantire la stessa efficacia. Cos' la questione è stata spiegata da Stephen Turner, respondabile tecnologie e vice-presidente della SCOLR (una della aziende che ha abbandonato l'impresa): ""le nuove formulazioni a lento rilascio della fenilefrina non hanno avuto successo, mentre quelle presistenti a rilascio immediate non sono state in gradio di rimpiazzare la prseudoefedrina lento rilascio nell'uso comune"". Ciò malgrado, Pfizer, Johnson & Johnson, Wyeth e GlaxoSmithKline hanno cercato di mantenere la loro (significativa) quota di mercato affiancando sintomatici a base di fenilefrina ai loro precedenti prodotti passati dal banco allo scaffale.
In effetti queste misure, sulle quali concorda un allarmato rapporto dell'International Narcotics Control Board, mettono in discussione quelli che parevano essere punti fermi. Il primo è che la società fosse più che matura per affidare alla gestione diretta del cittadino di un sempre maggior numero di principi attivi anche potenti. Il che sarà anche vero per l'automedicazione responsabile, sotto la guida del farmacista, ma non per un accesso indiscriminato in stile drugstore.
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