Aria di novità alla Food and Drug Administration. Il prestigioso ente americano che si occupa di regolamentazione farmaceutica, infatti, sembra essere uscito scottato dalle recenti vicende di cronaca, che hanno visto nuovi farmaci e relative aziende farmaceutiche nell'occhio del ciclone. E cerca di opporre delle contromisure. Un esempio eclatante è rappresentato dal caos Vioxx che nel settembre del 2004 è stato tolto dal mercato per possibile rischio di infarto. Ma per venire a casi più recenti alcuni antidepressivi sono stati accusati di indurre pensieri suicidiari negli adolescenti. E ci sarebbero molti altri esempi. L'accusa è sempre la stessa: aver impiegato troppo tempo per riconoscere i rischi potenziali. Adesso l'ente ha annunciato una nuova strategia per garantire ai pazienti farmaci sempre più controllati, efficaci e sicuri. Vediamo come.
Il punto è semplice, verificare che i medicinali in commercio mantengano le promesse delle aziende produttrici. E questo attraverso un programma che prevede di riesaminare la sicurezza di ogni farmaco 18 mesi dopo la sua immissione in commercio. In più l'FDA ha annunciato un comitato consultivo incaricato di implementare le comunicazioni di eventuali dubbi sulla sicurezza di un prodotto, nonché un progetto in collaborazione con la Veterans Health Administration per monitorare l'effetto dei farmaci sui pazienti. Un passo, dice il portavoce dell'FDA, nel processo di potenziamento in corso. Ma non può finire qui, fa notare un articolo del New York Times. Molto per esempio c'è da fare in termini di rapporto con le aziende farmaceutiche. Per di più i buoni propositi dell'ente sono ancora in fase di definizione e ci sarà ancora da aspettare. Del resto, in un sarcastico commento rilasciato a settembre, l'Institute of Medicine ha parlato di una FDA in balia dei dissidi interni, degli scarsi finanziamenti, della cattiva gestione nonché di regolamentazioni datate. Positivi, invece, rispetto alle modifiche annunciate, sono i commenti dei rappresentanti delle aziende farmaceutiche. Anche se il piano proposto non affronta uno dei nodi cruciali che è quello del sottofinanziamento governativo. Infatti il budget rimane invariato da anni. E, in virtù di un accordo stipulato con le aziende, pochi dei soldi a disposizione possono essere utilizzati per monitorare la sicurezza dei farmaci già approvati. Del resto il legame con i produttori di farmaci è uno degli aspetti più frequentemente denunciati dalle associazioni di pazienti. La situazione è piuttosto ingarbugliata, perciò. Il piano delineato sembrerebbe riportare l'agenzia alle sue radici scientifiche e al ripristino di quei laboratori mirati a verificare i rischi da farmaci. Molti dei quali sono stati depennati a vantaggio delle spese per il processo di approvazione dei nuovi farmaci. La questione scientifica, infatti, si conclude l'articolo, non può rimanere competenza esclusiva di aziende e ricercatori.
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