Inutile nasconderselo: avrà esagerato, l'ex ministro della Salute Girolamo Sirchia, quando disse che dopo le statine poco avevano concluso le aziende, ma è evidente che è sempre in campo cardiovascolare che la competizione è accesa. E se si eccettuano prodotti come i vaccini per l'HPV, o alcuni MAB, il resto insiste su quell'area. E se è naufragato il progetto torcetrapib in associazione ad atorvastatina, lanciato dalla Pfizer, ecco farsi avanti quello, targato Merck, Sharp and Dome, che alla sempre apprezzata simvastatina, vuole affiancare una sorta di niacina potenziata. La niacina è da molto tempo nota per la capacità di innalzare i livelli delle lipoproteine ad alta densità (HDL) e di ridurre quelli dei trigliceridi, pur non influenzando significativamente le LDL.

Farmaco piuttosto usato negli Stati Uniti, e molto meno in Europa, è caratterizzato da un effetto collaterale non grave ma piuttosto fastidioso: delle vampate analoghe a quelle menopausali, che molto spesso sono all'origine dell'interruzione della terapia. La strategia di MSD è articolata: in primo luogo associare alla sua niacina a rilascio prolungato l' MK-0524, un antagonista del recettore 1 della prostaglandina D2, che ha dimostrato di prevenire le vampate, una sperimentazione giunta alla fase II con buoni risultati. Fase successiva, associare alla niacina potenziata la simvastatina. Per certi aspetti una strategia più conservativa, la niacina si è da tempo dimostrata sicura, ma analoga a quella di Pfizer, e con moventi simili: lo Zocor, infatti, sta già subendo da qualche tempo la concorrenza delle versioni generiche. Ma l'interesse in campo lipidologico della casa non finisce qui. Infatti è in sperimentazione avanzata anche un farmaco della classe degli inibitori della Cholesterol Ester Transfer Protein o CETP, la stessa del torcetrapib. La denominazione provvisoria è MK-0859 e lo studio di Fase II attualmente in corso è partito nel giugno 2006 e ha arruolato donne e uomini dai 18 ai 75 anni di età, non diabetici e non cardiopatici in trattamento con statine, affetti da ipercolesterolemia.

E' chiaro che qui il gioco è apparentemente più rischioso che nel caso della niacina potenziata, ma Peter Kim, ricercatore capo della Merck ha tenuto a chiarire che gli studi a breve termine condotti con la molecola non hanno mostrato l'effetto ipertensivante all'origine dei guai della molecola della Pfizer. D'altra parte sembra questa la strada, se già nel 2004 Roche comprò dalla Japan Tabacco International (sì quella del noto marchio del cammello) la licenza per un altro CEPT inibitore, che ora ha anch'esso raggiunto la sperimentazione di fase II, con la previsione di sottoporre il file all'approvazione dell'FDA nel 2009. Non manca però chi segue altre strade, come AstraZeneca, il cui  AGI-1067  mira a inibire l'espressione della VCAM-1 ( Vascular Cell Adhesion Molecule 1 ), ostacolando così la formazione della placca aterosclerotica e, in certa misura, a ridurne il volume, ruolo che la promozione aveva già assegnato direttamente alla statina anglosvedese, la rosuvastatina; non senza polemiche...

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