Sono 148 le spedizioni di farmaci contraffatti intercettate nel 2005 dalle dogane europee. I dati, relativi all’anno 2005, sono stati comunicati dalla Commissione Europea il 10 novembre. Un dato interessante, che mostra un aumento dei sequestri, ma complessivamente una diminuzione di quantità della merce sequestrata. Un segno, dicono alla Commissione, di quanto stiamo cambiando le modalità del traffico: “si diminuiscono i quantitivi” dice Maria Assimakopoulou, portavoce della CE “e si cercano percorsi alternativi. E’ il caso della Svizzera, che ha fatto la sua comparsa tra le tappe dei farmaci contraffatti nelle statistiche pubblicate quest’anno, mentre è assente da quelle precedenti. Un caso particolare, illustrato da László Kovács, Commissario incaricato della fiscalità e dell'unione doganale, rende l’idea della complessità delle manovre messe in atto dai falsari: “Agli inizi di quest’anno, una spedizione di 350 kg di farmaci contraffatti sequestrata in Gran Bretagna, era stata originariamente spedita dal territorio della Repubblica Popolare Cinese, era transitata dagli Emirati Arabi Uniti e recava come destinazione finale le Bahamas. Ma non basta: la spedizione aveva avuto origine da un ordine piazzato via Internet dal Canada.

Cambia anche la geografia dell’origine dei farmaci contraffatti, che non è esattamente sovrapponibile a quella delle transazioni o delle spedizioni. Infatti, sempre dal rapporto citato all’inizio, emerge che i tre quarti delle spedizioni intercettate erano partiti dall’India, tuttavia soltanto il 9 per cento dei medicinali sequestrati era stato prodotto in quel Paese. Insomma l’India è l’hub, per usare il linguaggio del traffico aereo, ma non certo il produttore leader. Ruolo che invece spetta all’Indonesia, sempre restando a questa statistica: il 19% delle 500.000 confezioni intercettate era stato prodotto lì. E la Cina, ritenuta il maggior produttore di farmaci contraffatti? In questa tornata ha rappresentato soltanto l’uno per cento della merce sequestrata. Un po’ poco. Ma forse nel caso della Cina più che di falsificazioni di brand correnti è il caso di parlare di un circuito parallelo, come già scritto in Pharmamarketing.

Resta da chiarire quali siano i medicinali più spesso contraffatti. Al primo posto resta il Viagra, ma subito dopo vengono antibiotici, farmaci oncologici e statine. Una novità è il peso crescente che hanno le contraffazioni di prodotti poco costosi di impiego comune come, ha detto Kovacs, il paracetamolo.

Come difendersi? Non è semplice e, come sostengono all’EFPIA European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations), malgrado l’attività di enforcement delle dogane il numero dei farmaci falsi venduti in Europa non scende. Sempre secondo i portavoce dell’EFPIA, due sono gli aspetti centrali: aumento della tracciabilità dei prodotti, anche attraverso l’etichettatura a radiofrequenza, abbinata però ad un forte coinvolgimento di tutta la filiera: materie prime, packaging, distributori e farmacie. D’altra parte, anche un’opera di educazione nei confronti del pubblico, che sottolinei l’importanza di acquistare il farmaco soltanto attraverso canali ufficiali.



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