I batteri patogeni sono sempre più forti e sono sempre più numerose le infezioni immuni al trattamento antibiotico a causa delle resistenze batteriche. Tutto ciò si traduce, a livello sanitario, in un fallimento della terapia e in un aumento della morbilità e dei costi. Questa situazione ha creato l’urgente bisogno di nuovi farmaci per combattere un aumentato livello di resistenza che, secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità, potrebbe erodere i progressi medici degli ultimi anni, riportando la sanità al periodo pre-antibiotico. Per questi motivi molte case farmaceutiche hanno deciso di ricominciare a investire nella ricerca e nello sviluppo di una classe di farmaci, gli antibiotici, nei confronti della quale, ormai da tempo, l’interesse era pressoché nullo.

Investire nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci antibatterici è estremamente costoso, rischioso e richiede molto tempo; per introdurre un nuovo farmaco sul mercato sono, infatti, necessari almeno 10 anni e investimenti che vanno dagli 800 milioni a circa i 2 miliardi di dollari. Studi recenti hanno evidenziato che dal 1998 sono stati approvati dalla Food and Drug Administration solo 10 nuovi antibiotici, tra i quali solo 2 mostravano nuovi target d’azione e nessuna resistenza crociata con altri farmaci, inoltre, negli ultimi 20 anni,  l’approvazione di nuovi antibatterici è diminuita del 56%.

Ora, l’emergenza resistenze sembra aver “risvegliato” numerose industrie farmaceutiche, infatti il 2005 ha visto il lancio, da parte della Wyeth, di una nuova classe di antibiotici, le cicloglicine, tra le quali la tigeciclina (Tygacil), insieme a oxazolidinone (Linezolid della Pfizer) e lipopeptidi come la daptomicina (Cubicin della Cubist), rappresentano una prima, sebbene debole, barriera contro le infezioni da batteri resistenti. Secondo Pharmaprojects, database che raccoglie dati sulle ricerche farmaceutiche e biotecnologiche, attualmente gli antibiotici in via di sviluppo sono 300, di cui almeno 8 specificamente studiati per contrastare le resistenze batteriche. Nel 2004 negli Stati Uniti il mercato degli antibiotici ha fatto registrare una crescita di circa 24 miliardi di dollari, ma si prevede che entro il 2009 questo incremento andrà appiattendosi. Tutto ciò, oltre al fatto che a breve molti trattamenti antibiotici potrebbero rivelarsi non più efficaci, dovrebbe rappresentare un forte incentivo per le industrie farmaceutiche, infatti chi riuscirà a battere sul tempo la concorrenza, lanciando sul mercato un nuovo prodotto in grado di combattere le infezioni da batteri resistenti, riuscirà anche a determinare il premium price.

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