L'accessibilità ai farmaci innovativi ad alto costo è un tema caldo non solo in Italia e in Europa, ma anche negli Stati Uniti. Come si legge in un editoriale pubblicato sul New England Journal of Medicine e segnalato da Aifa sul suo sito, alcune delle proposte politiche degli ultimi mesi sono già legge come quella di richiedere alle aziende titolari dei farmaci generici uno sconto aggiuntivo a Medicaid, l'assistenza sanitaria pubblica destinata alle persone che non raggiungono un determinato reddito annuo, se i prezzi dei loro medicinali dovessero crescere più velocemente dell'inflazione, o quella che impone alle aziende di rendere pubbliche le informazioni che riguardano i prezzi dei farmaci. Tra le ipotesi non ancora concretizzate - osservano gli Autori dell'editoriale - alcune potrebbero avere un impatto maggiore, come estendere il potere federale di Medicare (assistenza pubblica destinata agli over 65 e ai disabili) nella negoziazione del prezzo; altre sembrano avere natura simbolica, come l'importazione di farmaci da prescrizione dal Canada e la cessazione dell'esclusiva commerciale per le aziende condannate per frode; molte mirano a utilizzare le leve del mercato per domare i prezzi. Alcune politiche per la riduzione dei prezzi dei farmaci da prescrizione si sono rivelate particolarmente promettenti. Tra queste, in primo luogo, agire sui farmaci equivalenti che hanno prodotto per decenni prezzi di gran lunga più bassi.
Tuttavia - sottolineano gli Autori - recenti studi indicano che la metà dei farmaci generici sono diventati più costosi negli ultimi 2 anni. Molti aumenti di prezzo sembrano riguardare i farmaci che in genere vengono somministrati dai medici, negli ospedali o distribuiti dalle farmacie di specialità. Il deterioramento della concorrenza dei generici attraverso l'uscita delle aziende e l'outsourcing - sostengono gli Autori - ha probabilmente posto le basi per tali aumenti. I legislatori in questi casi potrebbero promuovere e sostenere la concorrenza, riducendo gli incentivi economici per le aziende che escono e limitando gli ostacoli normativi all'ingresso, in particolare nei mercati di farmaci equivalenti in cui la concorrenza è molto limitata. Un'ulteriore misura proposta dagli Autori è la diminuzione del prezzo dei farmaci soggetti a prescrizione attraverso la riforma del "Programma Federale 340B", che fornisce agli ospedali iscritti dei forti sconti (di solito dal 20 al 50%) sui costi di acquisto dei farmaci ambulatoriali.
Per statuto, il programma non richiede agli ospedali di estendere gli sconti ai pazienti in trattamento o di limitare la fornitura di farmaci a prezzi scontati ai pazienti non assicurati. La portata del programma è attualmente così vasta, per farmaci di uso comune, che i loro prezzi - si legge nell'articolo - sono probabilmente saliti per tutti i consumatori. Un migliore orientamento del programma 340B potrebbe accrescere l'accessibilità per i pazienti che ne hanno bisogno, riducendo al contempo i prezzi per gli altri contribuenti. In terzo luogo, i legislatori potrebbero prendere in considerazione di aumentare il value-based benefit design per i farmaci coperti da Medicare parte B. Molti assicuratori commerciali usano il "prezzo di riferimento", in base al quale i pazienti pagano la differenza per i trattamenti di valore inferiore (cioè quelli con un costo più elevato per beneficio equivalente). Il programma Medicare, ad esempio, ha sperimentato la Least Costly Alternative (Lca), a partire dal 1995. Lca ha permesso a Medicare di limitare i rimborsi per il minor costo di un insieme di trattamenti farmacologici (Parte B) clinicamente simili per una serie di malattie. Nel caso in cui ai pazienti fosse stata somministrata l'alternativa a più alto costo, loro (o i loro medici) erano responsabili del pagamento della frazione aggiuntiva. La Least Costly Alternative è stata poi abolita in seguito a una sentenza
Fonte
N Engl J Med 2016; 374:703-706
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