Lo sviluppo e l'uso dei farmaci generici e biosimilari rappresentano una preziosa opportunità per ottimizzare l'efficienza dei sistemi sanitari, soddisfacendo la crescente domanda di assistenza in termini di efficacia e personalizzazione delle cure nonché di contenimento della spesa. Ma generici e biosimilari sono indispensabili anche per sviluppare un mercato competitivo, essenziale per sostenere in modo prospettico i sistemi di assistenza sanitaria e le terapie innovative. Ecco le conclusioni di una lettera al direttore appena pubblicata sul Journal of Generics Medicines redatta da un gruppo di esperti dell'Agenzia Italiana del Farmaco. La rivoluzione dei big data nel settore sanitario non rappresenta soltanto la possibilità di assistenza e cure sempre più innovative; l'analisi di ampi dataset costituisce un importante strumento di supporto decisionale per un uso sempre più razionale e appropriato delle risorse sanitarie.
L'Aifa, più di altre agenzie europee, ha intravisto per prima le opportunità derivanti dalla digitalizzazione di grandi quantità di dati: l'Osmed monitora infatti, con un approccio metodologico all'avanguardia, consumo e spesa farmaceutica nazionale attraverso un database divenuto in pochi anni, il più grande contenitore al mondo di dati sanitari raccolti da una popolazione non selezionata, ossia 35 milioni di persone in tutte le fasce di età, aprendo prospettive di analisi in passato inimmaginabili. E proprio utilizzando il database Osmed gli autori hanno stimato il consumo e la spesa dei farmaci generici e biosimilari in Italia in confronto all'Europa osservando un uso in aumento ma ancora limitato di questi farmaci nel nostro paese rispetto a realtà più consolidate come Germania, Regno Unito e Francia. «Il fenomeno dipende da fattori che includono non solo la percezione da parte dei malati di sottoporsi a cure efficaci, ma anche l'accesso alle terapie, laddove un utilizzo maggiore determinerebbe una notevole riduzione dei costi garantendo in ogni caso la salvaguardia della salute dei pazienti» scrivono gli autori.
Fonte:Farmacista33
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