Dai comitati etici ai tavoli delle agenzie regolatorie passando per i board delle aziende farmaceutiche che decidono come fare i trial clinici, c'è sempre più bisogno di 'pazienti esperti' in grado di partecipare alla pari al processo di sviluppo dei farmaci innovativi. Per formarli è partito il progetto europeo Eupati (European patients' academy on therapeutic innovation), una vera e propria Accademia con lo scopo di dare risposta alla necessità dei pazienti o dei loro familiari di dialogare pariteticamente con istituzioni, enti di ricerca, aziende farmaceutiche. Al lancio della Eupati National Platform' italiana, che si è svolto a Roma con un convegno nella sede dell'Istituto Superiore di Sanità, hanno partecipato oltre 100 associazioni di pazienti. «Ritengo che il vostro progetto sia encomiabile - ha scritto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in un messaggio di saluto - sviluppare e disseminare informazioni obiettive, credibili, corrette e aggiornate sulla ricerca e lo sviluppo dei farmaci rappresenta uno strumento di grande spessore per incrementare la capacità e la competenza dei pazienti». I primi cento pazienti formati verranno direttamente 'utilizzati' nei tavoli dove sarà necessaria la loro presenza, ma è in produzione anche un 'kit formativo' specifico, tradotto nelle sette principali lingue europee, che sarà messo a disposizione per raggiungere la platea più ampia possibile. «Non è più l'epoca in cui contavano solo i medici - ha affermato il commissario Straordinario dell'Iss Gualtiero Ricciardi -, l'empowerment dei pazienti è diventato fondamentale». D'accordo anche il direttore Generale di Aifa Luca Pani. «Il Patient's empowerment, principio cardine del progetto Eupati, è uno strumento fondamentale per consentire a pazienti realmente informati di esercitare i propri diritti e di essere parte integrante del sistema regolatorio - afferma - AIFA promuove da tempo il coinvolgimento qualificato dei pazienti in diverse fasi dell'approvazione e sorveglianza dei farmaci, ad esempio per un miglior sistema di farmacovigilanza. Sono le persone malate a sperimentare in prima linea gli effetti indesiderati dei farmaci (compresa la mancanza di efficacia) ed è importante che venga loro data la possibilità di segnalarli direttamente alle autorità sanitarie. Un sistema educativo in progress, come quello che stiamo costruendo con Eupati, consente di fornire ai pazienti e ai loro familiari la possibilità di acquisire nozioni utili relative al processo regolatorio del farmaco, dalla fase della sperimentazione clinica a quella della vigilanza dopo l'immissione in commercio, per arrivare a poter contribuire efficacemente ai processi di decision making in ambito sanitario». Il progetto sta ora entrando nella sua fase operativa e attraverso il Nlt ha istituito un Comitato Esecutivo ed un Board scientifico. Fanno parte del Board Aifa, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Farmindustria, Clinical Trials Center Un. Cattolica, Irccs Mario Negri, Fofi, Favo, Federanziani e Apmar. È stata inoltre avviata una collaborazione con Ispor Italy Chapter Rome che prevede tra l'altro di rilevare, valutare e quantificare l'eventuale impatto del progetto in termini di consapevolezza dei pazienti e quindi anche di aderenza alle terapie. «Le prospettive future che ci imponiamo possono essere riassunte in quattro punti fondamentali - ha spiegato Paola Mosconi dell'Irccs Mario Negri. Prima di tutto bisogna incrementare la cultura evidence-based cioè basta sulle prove nell'informare e promuovere la salute, favorendo l'informazione indipendente; raccogliere e condividere le esperienze di coinvolgimento e partecipazione, cioè fare rete; puntare sulla formazione come metodo attivo di coinvolgimento di cittadini e associazioni e avere metodo, cioè essere rigorosi, affidabili e sviluppare modelli per una sanità e una ricerca veramente incentrati sul paziente».

 

Fonte: Farmacista33 a cura di Simona Zazzetta

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