Nei casi più urgenti, il Sofosbuvir, il primo della nuova generazione di farmaci in arrivo contro l'epatite C, verrà presto fornito gratuitamente ai pazienti: «Ne siamo felici» dichiara Antonio Gasbarrini, docente di Gastroenterologia all'università Cattolica di Roma «ma siamo in ansiosa attesa che ci vengano comunicate le modalità operative per poterlo somministrare ai pazienti più gravi». Il Sofosbuvir è in grado di eliminare il virus dell'epatite C dal sangue dei pazienti nel 90-100% dei casi in sole 12 settimane di trattamento a casa, è stato approvato dall'Agenzia europea del farmaco e, come spiega l'epatologo, «è stato inserito tra i farmaci che devono essere inseriti nel prontuario entro cento giorni, il che avrebbe dovuto renderlo disponibile dal 18 giugno». L'Aifa ha comunicato che l'azienda produttrice Gilead ha chiesto di «sospendere la negoziazione di Sofosbuvir per un periodo di 30 giorni al fine di definire i dettagli dell'accordo». L'Agenzia ha però subito aggiunto che «durante questo periodo, Aifa e Gilead hanno previsto una soluzione per fornire da subito il farmaco ai pazienti affetti da epatite C nei casi più urgenti, ovvero pazienti con recidiva severa di epatite dopo trapianto di fegato oppure pazienti con cirrosi scompensata in lista per trapianto epatico». Inoltre, il farmaco verrà fornito gratuitamente ai pazienti dalla stessa azienda nell'ambito di un uso compassionevole. In una nota dell'Associazione italiana studio fegato (Aisf), il segretario Marco Marzioni esprime soddisfazione, riconosce la complessità del processo in corso e apprezza «gli sforzi per giungere in tempi brevi alla registrazione del Sofosbuvir in Italia, tenendo in primo conto il valore scientifico e clinico e, dunque, la salute del paziente». Ma per il momento in Italia il farmaco non è disponibile e Gasbarrini si chiede: «A chi e come possiamo chiederlo? Esiste un budget regionale? Quanti se ne possono acquistare?».
Fonte: Farmacista33 a cura di Simona Zazzetta
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