«È giusto che il farmacista possa cambiare il farmaco prescritto dal medico?» a chiederselo in un'intervista apparsa sulla stampa locale, il presidente di Fimmg Sicilia Giacomo Caudo, secondo il quale la norma in base alla quale il farmacista a meno di esplicita dichiarazione del medico, può optare per un altro farmaco andrebbe rivista.

«Il problema non è il generico» spiega a Farmacista33 Caudo «anche se esiste una variabilità del 20% sulla composizione del principio attivo che lascia qualche dubbio. Ma il vero problema è legato all'aderenza terapeutica. Il paziente affetto da patologia cronica, perlopiù anziano» sottolinea il medico di familgia siciliano «è spesso ""legato"" a una specifica confezione del farmaco e un cambio può generare confusione. In più» continua «il farmacista da questo punto di vista è esente da responsabilità per qualsiasi problema ci potesse essere. Responsabilità tutte a carico del medico proscrittore».

«Il problema non si pone» sottolinea il presidente di Utifar Eugenio Leopardi. «Il farmacista è autorizzato dalla convenzione a sostituire nel caso di mancata disponibilità dai grossisti. In più esiste una spinta del Governo, in base a recenti indicazioni, a promuovere i generici. Non solo» aggiunge Leopardi «l'Aifa fa tutti i controlli del caso e sono certe le garanzie sull'effettiva equivalenza dei generici. Quanto al discorso sulla responsabilità» conclude il presidente Utifar «il farmacista se le è sempre ""caricate"" e spesso si ritrova a dover controllare eventuali carenze burocratiche e formali dei medici nella composizione della ricetta, rispetto alle quali è il farmacista stesso a essere responsabile».

 

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