Un milione di italiani ha acquistato prestazioni sanitarie su Internet: 600mila persone lo hanno fatto una sola volta, 280mila tra due e quattro volte, 120mila più di cinque volte. Sono alcuni fra i principali risultati del contributo del Censis al Rapporto 2012 ""Il Sistema Sanitario in controluce"" della Fondazione Farmafactoring.
Il 74% lo ha fatto perché è un'operazione semplice e veloce, il 26% perché i prezzi sono vantaggiosi e conviene, il 59% per acquistare prestazioni di odontoiatria (pulizia o sbiancatura dei denti, apparecchi ortodontici), il 36% servizi legati alla prevenzione (analisi del sangue e delle urine, mammografia, mappatura dei nei), il 23% visite con un nutrizionista (test delle intolleranze alimentari, diete personalizzate), il 9% interventi di chirurgia estetica.
«I dati fotografano una realtà che necessita di regolamentazione» commenta in una nota la senatrice Emanuela Baio, capogruppo Per il Terzo Polo (Api-Fli) in commissione sanità. «L'acquisto di farmaci o di servizi sanitari sul web - continua Baio - contiene rischi elevati per la salute dei cittadini. Prestazioni erogate a prezzi bassissimi dove spesso la qualità non è assicurata. Al contrario la sanità, sia pubblica che privata, è sempre e comunque garanzia di sicurezza per il cittadino. La diffusione dello shopping in rete ha incrementato anche, e in maniera esponenziale, il mercato dei farmaci falsi e ciò che preoccupa è che il 40% degli italiani lo ignora. È un tunnel oscuro e un rischio concreto per la salute pubblica a cui dobbiamo dire basta. Servono strumenti più efficaci in grado di fornire una regolamentazione del settore che non lasci margini di incertezza su qualità e sicurezza», conclude.
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