Membri delle commissioni prezzi e tecnico-scientifica, personale coinvolto nelle attività istituzionali, dipendenti o consulenti, ma anche vertici e Cda. Sono solo alcuni dei soggetti operanti nell'Aifa che da ora in avanti saranno obbligati a dichiarare eventuali conflitti d'interesse con l'industria farmaceutica, pena l'immediata esclusione dalle attività dell'Agenzia. A stabilirlo il nuovo codice di Regolamentazione del conflitto di interesse approvato dal Cda, che passa in rassegna le varie casistiche e fissa per ogni tipologia di conflitto le mansioni che si possono svolgere. Al livello più alto, con l'esclusione dalle attività, c'è naturalmente il possesso di azioni o un rapporto di lavoro o consulenza con un'impresa farmaceutica.

È prevista comunque la figura del testimone esperto, senza diritto di voto, ma il cui parere può essere ascoltato. Per chi rientra in un livello intermedio di rischio il veto vale solo per quelle attività dove il conflitto può esplicitarsi. Tra le regole del codice, l'obbligo di aggiornare almeno una volta all'anno la dichiarazione, pena l'esclusione dalla banca dati dell'Aifa, e sanzioni in caso di violazioni, che possono arrivare anche alla sospensione dell'incarico. Tenuti a fare la comunicazione anche i parenti stretti del personale coinvolto.

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