Un comitato internazionale ha rivisto e semplificato i criteri di McDonald, impiegati per diagnosticare la sclerosi multipla. Lo rende noto l'Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) sottolineando che questi criteri «dovrebbero accelerare la diagnosi senza compromettere la precisione». La revisione è stata pubblicata sugli Annals of Neurology e presto verranno preparati materiali specifici da distribuire ai neurologi che si occupano della patologia. «La diagnosi di sclerosi multipla è un processo in parte soggettivo, in cui il neurologo deve mettere insieme vari esami clinici e di laboratorio per poter completare un percorso diagnostico» sottolinea una nota dell'associazione. «La chiave per una diagnosi rimane ancora oggi la dimostrazione oggettiva della disseminazione nello spazio e nel tempo delle lesioni requisito che viene mantenuto anche negli attuali criteri» prosegue l'Aism. Nella nuova revisione è stata posta maggiore attenzione alla diagnosi della sindrome clinicamente isolata (Cis) o in quelle situazioni che presentano sintomi compatibili con una malattia infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale. Inoltre, il gruppo di lavoro ha considerato l'applicazione di questi criteri in popolazioni specifiche come quella pediatrica e nelle popolazioni asiatiche e latino-americane. Sul fronte terapeutico, si segnala che la Commissione europea ha approvato fingolimod, al dosaggio giornaliero di 0,5 mg come terapia disease-modifying nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente ad alta attività di malattia nonostante il trattamento con interferone beta, o in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente grave a rapida evoluzione.
Fonte: www.farmacista33.it
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