Roma, 18 marzo
 
Gli anziani europei assumono troppi farmaci: il 19,8% ne usa almeno uno in modo inappropriato. Ma i numeri variano da nazione a nazione. E se in Danimarca i 'nonni' abusano di medicine nel 5,8% dei casi, in Italia ben il 26,5% esagerano con pasticche, iniezioni e spray.  A rivelarlo e' uno studio europeo coordinato da Roberto Bernabei, ordinario di Gerontologia e geriatria all'universita' Cattolica di Roma, pubblicato su 'Jama'. L'indagine ha coinvolto 2.707 anziani, eta' media 82,2 anni e residenti nelle aree metropolitane di Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Italia, Olanda, Norvegia e Regno Unito, nel periodo che va da settembre 2001 al gennaio 2002. Dalla ricerca emerge che i 'capelli bianchi' esagerano con i farmaci soprattutto quando aumenta la poverta', con un rischio di uso inappropriato quasi doppio. Non a caso nella Repubblica Ceca il consumo inutile di medicinali tra la popolazione anziana si attesta al 41,4%. Incidono anche ansia e depressione, nonche' la necessita' di assumere contemporaneamente piu' farmaci, che induce i nonni a prendere qualche pastiglia in piu'. Ovviamente, la compresenza di questi fattori nell'anziano fa aumentare ulteriormente la probabilita' di uso inappropriato dei farmaci. Gli anziani ultra 85enni e le 'tempie grigie' che vivono sole, invece, sembrano esagerare meno con i medicinali. ''Dovremo concentrarci su quei fattori che incidono negativamente sul consumo - sottolinea Bernabei - per avere miglioramenti in termini di appropriatezza dell'uso dei farmaci''. ''Se e' vero che uno degli obiettivi dell'Unione europea e' di armonizzare all'interno del proprio territorio le norme e di migliorare le pratiche mediche - aggiunge il geriatra - allora occorre rendere coerenti all'interno del Vecchio Continente le politiche del farmaco e le norme che ne regolano l'utilizzo. Se si e' diventati politicamente tutti cittadini europei, dobbiamo far si' - conclude l'esperto - che anche da un punto di vista clinico e assistenziale tutti gli anziani del nostro continente, a prescindere dalla nazione in cui risiedono, possano disporre di politiche di assistenza e di intervento farmacologico corrette ed efficaci''.



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