Roma, 17 febbraio

Moltiplicare le ricerche dei farmaci in uso, realizzate dai medici di famiglia, per garantire meglio i cittadini sulla sicurezza dei medicinali. E' la 'ricetta' di Mario Falconi, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), che lamenta la mancanza di sperimentazioni di fase III e IV con il coinvolgimento dei medici di famiglia. Camici bianchi che sempre piu' spesso registrano le preoccupazioni dei pazienti, specie per farmaci 'sospettati' di gravi effetti collaterali, come testimoniano gli ultimi allarmi sugli antinfiammatori.

Le sperimentazioni di fase III e IV sono in realta' previste dalla legge ma ''non attuate - denuncia Falconi - in maniera diffusa e omogenea su tutto il territorio nazionale e per le molecole piu' importanti'', quelle dai grandi numeri come antinfiammatori, statine ecc. ''Bisognerebbe puntare maggiormente su queste ultime fasi di sperimentazione - precisa Falconi - perche' il farmaco, nonostante tutti i seri test che subisce (in vitro e sull'uomo), ha la sua vera verifica quando viene prescritto. Ma oggi in Italia non si monitorizzano i farmaci che vengono dati a milioni di cittadini. E noi siamo coinvolti poco. Eppure i medici di famiglia, principali prescrittori, sono i piu' adatti a controllarne gli effetti''.

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