Roma, 13 novembre
Ridurre il prezzo dei farmaci rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale, quelli di fascia A. E' questa la proposta di Farmindustria al Governo che chiede un intervento sui prezzi al pubblico per ripianare lo sfondamento del tetto di spesa. In pratica gli industriali puntano a un taglio temporaneo del 6,8% sul prezzo al pubblico dei medicinali in fascia A, in sostituzione dell'attuale meccanismo. La riduzione del 6,8% dovrebbe essere estesa anche i cittadini che acquistano i farmaci di fascia A a proprie spese. Secondo Farmindustria, con una '' riduzione del prezzo al pubblico - si legge in una nota - non si porrebbero problemi tecnici di 'ripartizione' dell'onere fra le varie componenti della filiera farmaceutica'' , aziende, distributori e farmacisti. Su ogni componente della filiera - spiegano gli industriali- la riduzione del prezzo al pubblico si rifletterebbe in proporzione al margine percentuale del prezzo stesso. E per il 2005 dovrebbe essere ''l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sulla base dell'andamento della spesa farmaceutica (per esempio, del primo semestre 2005) a determinare una aliquota di riduzione del prezzo al pubblico dei farmaci rimborsabili, per il tempo necessario a coprire l'eventuale sfondamento del tetto 2005'' . Gli industriali ritengono che con ''questa norma, inserita nella legge Finanziaria 2005, il Ssn resterebbe formalmente 'garantito' del recupero nel biennio 2004-2005 di tutta l'entita' dello sfondamento del tetto del 13%, senza necessita' di ulteriori interventi legislativi fino al 2006''. Con la proposta degli industriali del farmaco anche la revisione del Prontuario terapeutico, che l'Aifa deve realizzare a partire dal 2004, si trasformerebbe, secondo la Farmindustria, in ''una razionalizzazione delle dinamiche dei consumi e non (come nella situazione attuale)'' in ''una pesantissima operazione di taglio finanziario''.
Non solo. La riduzione del prezzo al pubblico ''eliminerebbe alla radice anche i problemi legati alla gestione del meccanismo dello sconto, che oggi non si sa in quanta parte venga effettivamente trasferito alle singole regioni. Inoltre una riduzione temporanea dei prezzi al pubblico dei farmaci in classe A avrebbe un impatto molto piu' forte sul tasso di inflazione''. Questo perche' i farmaci in classe A hanno un peso rilevante nel paniere dell'Indice Istat dei prezzi al consumo. Secondo Farmindustria, il tipo di intervento proposto e' ''perfettamente in linea con quanto sta avvenendo negli altri principali Paesi europei. L'ultimo esempio e' quello del Regno Unito, dove tra Governo e associazione dell'industria farmaceutica e' stata recentemente concordata una riduzione del 7% di tutti i farmaci rimborsabili dal Ssn inglese''.
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