Milano, 13 luglio

I consumatori americani sono meno inclini a chiedere informazioni al proprio medico sui farmaci con ricetta oggetto di pubblicità televisive, rispetto allo scorso anno. E' quanto mette in luce la consueta Consumer Reaction to Dtc Advertising of Prescription Drugs Survey di Rodale, che, però, evidenzia anche come gli spot abbiano spinto circa 32 milioni di americani a cercare un trattamento per un disturbo clinico di cui non avevano mai parlato prima con il loro medico e a soddisfare la fame di informazioni soprattutto attraverso internet e gli emergenti canali monotematici. Quella di Rodale è un'indagine telefonica condotta su circa 1.500 cittadini americani adulti, giunta alla 12esima edizione. Il dato principale che ne emerge è che è calata del 5% rispetto allo scorso anno la percentuale di persone (29%) che risponde sì alla domanda ""una pubblicità mi spinge a ricercare informazioni su una malattia"". In maniera simile, il 33% degli intervistati ha detto che uno spot stimola a saperne di più su un farmaco che un componente della famiglia sta assumendo (-6% rispetto al 2008) e il 30% ha confermato di aver chiesto di più al proprio medico su un prodotto dopo averne visto la pubblicità in tv (-7%). Il 28% del campione ha ammesso di aver parlato col dottore di una specifica medicina oggetto di spot, ma lo scorso anno la percentuale era del 40%. Secondo gli esperti, uno dei fattori alla base di questo fenomeno potrebbe essere la diminuzione della spesa in pubblicità effettuata dalle aziende e, allo stesso tempo, la crisi che ha spinto i cittadini a comperare e a interessarsi solo di farmaci strettamente necessari.