Milano, 22 gennaio

I pazienti oncologici del Vecchio Continente devono fare i conti ancora oggi con un accesso a singhiozzo ai nuovi farmaci anticancro. A rivelarlo è uno studio pubblicato sul sito della Federazione europea delle industrie farmaceutiche (EFPIA). La ricerca, che porta la firma di Nils Wilking, oncologo clinico del Karolinska Institutet di Stoccolma, e di Bengt Jönsson, docente di Economia applicata alla salute della Stockholm School of Economics (Svezia). Il report, basato sui dati raccolti in tutti i 27 Stati membri dell'Ue più Islanda, Norvegia e Svizzera, rinnova quelli dei precedenti studi effettuati dai due esperti, datati rispettivamente 2005 e 2007. I risultati evidenziano dunque che la possibilità di ottenere trattamenti innovativi ed efficaci dipende da dove si vive, soprattutto se si mettono a confronto l'Europa dell'Est e quella occidentale o del Nord. Secondo la ricerca, i paesi che assicurano il migliore accesso ai medicinali anticancro innovativi sono l'Austria, la Francia e la Svizzera. A sorpresa, l'Inghilterra appare agli ultimi posti insieme alla Polonia e alla stessa Repubblica Ceca. Il documento suggerisce anche delle possibili soluzioni: organizzare il budget sanitario a livello generale, e quello ospedaliero in maniera particolare per incorporare i nuovi farmaci nell'assistenza; introdurre fondi differenziati e separati per questi medicinali; effettuare analisi regolatorie ed economiche nel settore; promuovere una collaborazione a livello europeo per la raccolta e la diffusione dei dati sull'organizzazione tecnologica della salute. ""L'accesso appropriato ai nuovi trattamenti è vitale - afferma Brian Ager, direttore generale dell'Efpia - ed esaminare la situazione europea è un modo positivo per stimolare la discussione sull'uso ottimale delle nuove tecnologie e trattamenti"".