Roma, 10 aprile 2008

Colpo di grazia per l'insulina inalabile di Pfizer, Exubera, che secondo i dati di alcuni trial clinici aumenterebbe il rischio di cancro al polmone fra i pazienti diabetici in cura. L'allerta è stata lanciata dallo stesso colosso farmaceutico americano in un comunicato, dove si precisa che l'azienda ha già provveduto ad aggiornare le indicazioni d'avvertimento sulle confezioni del prodotto. Contemporaneamente Nektar Therapeutics, ex partner di Pfizer in seguito alla decisione del gruppo Usa di rinunciare a ulteriori investimenti sull'insulina inalabile, ha annunciato che smetterà di cercare una nuova compagnia collaboratrice per la promozione e la vendita del prodotto. Gli allarmanti dati derivano dall'analisi dei risultati di un programma di trial clinici e di sorveglianza post-marketing di Exubera portato avanti da Pfizer e dalla Food and Drug Administration (FDA). Nel corso degli studi è infatti emerso che sei dei 4.740 pazienti trattati col farmaco, contro solamente uno dei 4.292 non in cura col medicinale, hanno sviluppato un tumore del polmone. E anche all'interno dei dati relativi al post-marketing sono riportati casi di malattia. Tutti i pazienti a cui è stato diagnosticato il cancro - precisa comunque Pfizer - erano ex fumatori e, trattandosi di pochi casi, non è possibile determinare con certezza se lo sviluppo della neoplasia è correlata all'uso di Exubera. ""Pfizer - sottolinea Joe Feczko, Chief Medical Officer dell'azienda - monitora di continuo gli eventi avversi di tutti i suoi prodotti, compreso Exubera, che ha mostrato negli studi clinici di essere sicuro ed efficace contro il diabete di tipo 1 e 2"". Nonostante questo, Pfizer ha deciso nell'ottobre scorso di interrompere la promozione e la vendita del prodotto per gli scarsi risultati finanziari e ora dovrà discutere con le autorità regolatorie sul ritiro dell'autorizzazione al commercio, concessa nel gennaio 2006. ""Alcuni pazienti sono ancora in trattamento con il medicinale - evidenzia Feczko - ma stiamo lavorando in stretta collaborazione con i medici per far sì che passino a terapie alternative per il controllo glicemico"".

Fonte
Adnkronos Salute