New York, 14 novembre 2005

Tempi duri per i colossi del farmaco: una crisi di immagine che parte da casi di cronaca come il ritiro dell'antiartrite Vioxx*, si traduce nel calo delle vendite e finisce per causare tagli a ricerca e personale. Ad analizzare il fenomeno negli Usa, a un anno dalla vicenda che ha coinvolto Merck, è un articolo pubblicato oggi sul New York Times. La perdita di credibilità delle industrie, suggerisce il quotidiano, in alcuni casi starebbe avvantaggiando i prodotti più vecchi e i generici. Infatti, benché in generale il numero delle prescrizioni sia in lieve aumento, una crescente fetta riguarda proprio i medicinali senza marca. Non solo. Anche i consumatori sembrano subire meno il fascino di una pubblicità aggressiva sui farmaci. E se il settore continua comunque a garantire investimenti vantaggiosi, per alcune aziende le vendite risultano stagnanti, i profitti sono in calo e - per la prima volta - si sono registrati tagli dei budget destinati alla ricerca e allo sviluppo di nuove molecole. In alcuni casi, inoltre, questo ha comportato o potrebbe comportare in futuro un ridimensionamento del personale. Le cose si complicheranno infine nei prossimi anni, quando scadrà il brevetto di molti principi attivi che potranno così essere prodotti come generici. A testimoniare la crisi di fiducia dei consumatori americani è anche un sondaggio del mese scorso: solo il 9% degli statunitensi crede che le case farmaceutiche siano oneste, contro il 14% del 2004.

Fonte
Adnkronos Salute