Milano, 20 ottobre 2005


Il farmaco anti-rigetto sirolimus abbatte il rischio di cancro nei trapiantati, la probabilità che tra i pazienti in cura si sviluppi una qualunque forma di tumore passa, infatti, dal 16% al 5%. A promuovere il composto immunosoppressore è uno studio presentato a Ginevra al XII Congresso della Società europea dei trapianti d'organo (Esot), che evidenzia la riduzione dell’incidenza di nuovi tumori con l'impiego del solo sirolimus, invece che della combinazione con ciclosporina. Inoltre, la sopravvivenza dell'organo trapiantato è significativamente aumentata, saldamente attestata al 95% a 5 anni. Infine, il sirolimus da solo, in terapia di base, non determina tossicità renale.


Fonte
Adnkronos Salute

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