Roma, 28 Gennaio

Una nuova generazione di farmaci basati sulle cosiddette 'piccole molecole', armi di precisione capaci di penetrare nella cellula grazie alle loro ridotte dimensione, e che promettono di curare malattie non ancora trattabili farmacologicamente, o di rendere piu' facili le terapie gia' disponibili. E' su questa nuova frontiera della ricerca che 'gioca le sue carte' il nuovo centro di ricerca dell'azienda Serono, inaugurato oggi a Guidonia, alle porte di Roma, alla presenza del ministro della Salute Girolamo Sirchia, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, del presidente della Regione Lazio Francesco Storace e del Ceo e presidente della Serono International Ernesto Bertarelli.

'Forte' di un investimento previsto nel medio termine di circa 70 milioni di euro (di cui 35 gia' spesi), su un'area di 4.500 mq, Serono, con il nuovo Centro di ricerca romano, torna ad investire in Italia. E fa da 'pioniere' in un settore che viene considerato la grande promessa della ricerca farmacologica. Le 'piccole molecole' nascono infatti dalla combinazione delle conoscenze finora raggiunte nel settore delle biotecnologie con quello della chimica organica tradizionale. E offrono la possibilita' di curare malattie non ancora trattabili, ottenere farmaci piu' semplici da somministrare (per via orale o transdermica piuttosto che iniettabile), e con minori effetti collaterali. Obiettivo: curare importanti malattie neurologiche, i tumori, le patologie infiammatorie e l'infertilita'. ''Questo nuovo centro di eccellenza - ha commentato Bertarelli - rappresenta un investimento importante per lo sviluppo della ricerca in Italia e un segnale forte di fiducia. Si tratta di una sfida rischiosa. Di un rischio che bisogna affrontare per avere successo. Ed e' importante - ha aggiunto - che l'Italia promuova iniziative per favorire l'ulteriore sviluppo della ricerca all'interno del Paese, e per mantenere un alto livello di competitivita' internazionale'', ha concluso il patron di Serono, non nascondendo la sua emozione inaugurando un centro proprio negli spazi dove, da piccolo, giocava a pallone la domenica mentre il padre lavorava nei vecchi uffici ''della Tiburtina''.