Milano, 25 novembre 2004

Via libera dall’AIFA ad atazanavir in Italia, il primo inibitore della proteasi once-a-day, approvato dall’Emea per il trattamento di pazienti adulti con infezione da Hiv già sottoposti a trattamento antiretrovirale, in combinazione con altri antiretrovirali. È una novità che concretizza gli sforzi compiuti dalla ricerca negli ultimi anni: riuscire a sviluppare un farmaco efficace e in grado, allo stesso tempo, di venire incontro alle esigenze dei pazienti, quindi semplice e tollerabile. “La disponibilità di atazanavir in Italia” – ha dichiarato Filiberto Claroni, Presidente e Amministratore Delegato di Bristol-Myers Squibb – “rappresenta un ulteriore e significativo passo avanti compiuto dalla nostra azienda nel solco della lunga tradizione di ricerca di soluzioni innovative per combattere l’Hiv/Aids, nel rispetto delle esigenze dei pazienti”.

Efficace
Dallo studio BMS AI424-045, condotto su circa 350 pazienti e i cui risultati a 96 settimane sono appena stati presentati al 7° “Congresso internazionale sulle terapie nell’infezione da Hiv”, che si è tenuto nei giorni scorsi a Glasgow, emerge infatti che atazanavir, due pasticche con l’aggiunta di una piccola dose di ritonavir come “booster” – un totale di tre pillole una sola volta al giorno – fornisce un’efficacia simile a quella di lopinavir/ritonavir – tre compresse due volte al giorno – nei pazienti con precedente fallimento ad inibitori della proteasi. Equivalenza che si mantiene ancora a 96 settimane. Anche da un punto di vista immunologico i due farmaci si equivalgono con un aumento del numero di CD4 del tutto paragonabile.

Semplice
Due pasticche di atazanavir (da 150 mg) e 100 mg di ritonavir: in totale solo tre pasticche al giorno che costituiscono la più bassa dose oggi possibile con gli inibitori della proteasi. E che può essere presa in qualunque momento della giornata, purché sempre alla stessa ora. L’opzione once a day migliora la qualità di vita del paziente sieropositivo e si associa ad una migliore aderenza alla terapia, requisito determinante per la sua efficacia.

Tollerabile
Rispetto al normale aumento di colesterolo e trigliceridi che mediamente si registra con la maggior parte degli inibitori della proteasi, atazanavir ha dimostrato che è in grado di ridurne i valori, permettendo ai pazienti di ricorrere con minor frequenza ad altri farmaci per tenerli sotto controllo, rispetto ai PI attualmente in uso. Atazanavir riduce inoltre l’incidenza di diarrea e nausea, effetti indesiderati che penalizzano l’utilizzo di molti antiretrovirali, soprattutto inibitori della proteasi. L’ effetto collaterale che si può riscontrare con l’uso di atazanavir è l’aumento della bilirubina, a cui però non si associa un aumento delle transaminasi, segno di danno epatico. Si tratta cioè di un’anomalia che non ha ripercussioni sulla salute del fegato e che scompare non appena si sospende il trattamento.

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