Maurizio Castorina

"Per chi ha voglia di fare, questo è il miglior momento possibile, un tempo straordinario per mettere in campo meccanismi nuovi". Queste parole di Maurizio Castorina, Presidente e Amministratore Delegato di Takeda Italia Farmaceutici, testimoniano lo spirito con cui lui e il suo gruppo stanno affrontando la crisi. Anzi Castorina rifugge persino la parola crisi, "Il mercato mondiale è ancora  in crescita - dichiara - e si prevede un ulteriore crescita nei prossimi anni. A essere in crisi piuttosto è l'accesso ai farmaci. Il numero di molecole in sperimentazione è sicuramente in calo rispetto agli anni '90, inoltre ora si è sempre più orientati verso i prodotti specialistici. Ecco perché bisogna cambiare i paradigmi della ricerca e sviluppo, che è dove si sta sperimentando la vera crisi e non nell'area vendita come di primo acchito potrebbe sembrare".

Che lo scenario dello sviluppo farmaceutico sia in evoluzione è però un dato di fatto e uno degli aspetti di questo mutamento riguarda la tendenza a indirizzarsi verso nicchie di mercato e target sempre più ristretti. Se non a vere e proprie terapie mirate. "E' così nel lungo termine - precisa Castorina - ma non per tutti i settori. Il mercato si può dividere in quattro grandi sezioni: primary care, specialistica, superspecialistica e farmaci orfani, che stanno conquistando sempre più terreno. In queste due ultime aree si può parlare di terapie personalizzate e mirate. Aree nelle quali è diverso il meccanismo di somministrazione del farmaco e si va sempre più verso il cosiddetto "sharing risk". Di diversi prodotti oncologici, che presumibilmente avranno meccanismi d'azione simili verrà rimborsato quello che mi garantisce un'aspettativa di vita maggiore. E in quest'ottica quanto cambia il rapporto con gli enti sanitari, i "decisori", sempre più influenti nel definire se l'innovazione è reale. "Le cose cambiano - risponde il numero uno di Takeda - a seconda che si consideri la primary care o la specialistica. Se nella prima ci sono fondamentalmente quattro attori, ASL, Medico di medicina generale, medico specialista e farmacista. Nella specialistica, oltre al ruolo del medico specialista sono cruciali le ASL che si preoccupano di definire i processi di negoziazione di accesso (sharing cost e sharing risk) e il medico di famiglia deve soggiacere alla linea definita dalla Asl. Infine non va sottovalutato il ruolo delle associazioni di pazienti, che svolgono ruolo sociale e di vigilanza sull'accesso. E che siano interlocutori importanti per Takeda lo si evince, peraltro dalle recenti iniziative per la promozione di campagne di prevenzione e tutela della salute presso il grande pubblico.

A proposito di campagne di prevenzione Francis Pang Director of Health Economics for Takeda Global Research and Development ha recentemente evidenziato come "l'impatto sulla qualità della vita sarà uno dei fattori necessari per ottenere prezzo e rimborsabilità di un farmaco in diversi paesi europei". "E' assolutamente così - dichiara Castorina. Oggi la vita si è allungata di 15-20 anni rispetto agli anni '60. ma si deve fare in modo che siano anni buoni. Il concetto di qualità di vita è parte dell'indice di democrazia e civiltà di una società. E i farmaci contano in quest'ottica. Oltretutto esistono strumenti per valutare in modo oggettivo la qualità della vita". In un contesto di grande cambiamento si modifica anche il rapporto con i medici, in particolare per quel che riguarda la comunicazione. "Un fatto è sicuro la "share of voice" ossia il peso pubblicitario di un brand, è diminuita. In più sempre più brevetti scadono, un fatto che non toglie dignità a un prodotto. Anzi. Il fatto di continuare a produrre un farmaco anche a brevetto scaduto (come Takeda ha fatto nel caso del Lansox), permette la continuità terapeutica senza gravare sul sistema sanitario a livello di spesa. La filosofia di Takeda, perciò, è di continuare a puntare su questi prodotti facendo informazione medico-scientifica. Ecco perché acquisisce sempre più importanza la quality of voice, cioè quello che si può aggiungere al prodotto ovvero il servizio. Non basta più dire il mio farmaco è migliore, ma bisogna inserire aspetti aggiuntivi, per esempio riferiti a farmacoeconomia o appropriatezza prescrittiva,servizi per medici e pazienti.

Detto questo i generici non vanno affatto demonizzati ma rientrano in una logica diversa, più produttiva". I farmaci equivalenti, perciò, rappresentano un'opportunità più che un pericolo e la politica di Takeda è quella di del leader di mercato che allo scadere del brevetto decide di continuare la produzione definendo una nuova strategia di pricing. Una strategia vincente e sostenibile. "Assolutamente sì - afferma Castorina - noi mettiamo sul mercato poche molecole purchè siano superiori a quelle esistenti. E se sono di eccellenza non devono scomparire, sia per la continuità terapeutica che per la sorveglianza farmacologica. Se questo garantisce anche un risparmio al sistema...". Takeda peraltro non sfugge alla politica di contenimento dei costi, una necessità nel contesto attuale. "Le politiche tra le aziende in questo senso cambiano molto, c'è chi vuol mantenere la quota di mercato, chi si vuol potenziare in ricerca e sviluppo, chi delocalizza, chi fa tutte queste cose. Nel nostro caso abbiamo acquisito due centri di eccellenza negli Stati Uniti, ma anche 13 prodotti di Amgen per svilupparli e renderli disponibili non solo in USA ma anche in Europa. sviluppare", precisa l'AD di Takeda. Saper anticipare il cambiamento e prendere decisioni che consentano di mantenere performance elevate nel lungo periodo. Potrebbero essere le armi vincenti dell'azienda. Ma non solo "Anche la capacità di intervenire nelle situazioni locali con competenza e poca rigidità. Quella italiana è una realtà del tutto particolare. C'è l'AIFA, ci sono le regioni e poi le ASL, ben 196. Un dato che basta a definire questa unicità. Noi siamo stati attenti - sottolinea con orgoglio Castorina - a gestire questa realtà, a fare informazione medico-scientifica molto mirata e a individuare l'incrocio tra il cliente e il prodotto". Come a dire che al di là dell'innovazione è il modello organizzativo che conta. "L'innovazione è importante - conclude il Presidente Takeda, ma, come in una partita di calcio, prima di fare gol bisogna fare muro e avere buoni fondamentali. A partire da questa base si può parlare di innovazione, web communication e quant'altro. Ma la base rappresenta il 70% del lavoro".

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