L'industria farmaceutica ha concentrato i propri sforzi di Ricerca e Sviluppo sulle malattie che interessano potenzialmente vasta parte della popolazione (ulcere gastriche, infarti miocardici, malattia di Alzheimer, diabete). Ecco perché si parla sempre più spesso di malattie e di farmaci orfani laddove manca l'interesse dei ricercatori e dell'industria a investire su un  prodotto destinato a pochi ""clienti"" o a clienti che portano con sé una ridotta capacità dispesa, o uno scarso interesse da parte del decisore politico. E le aree orfane più frequentemente indicate riguardano aspetti psicosociali e di assistenza. Tra questi le piaghe da decubito. E proprio dell'aspetto della spesa per il trattamento delle lesioni da decubito in Italia, si è occupato uno studio, realizzato dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Centro di Ricerca in Economia e Management in Sanità (CREMS) dell'Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza.

Le premesse

L'ulcera da pressione è una lesione tessutale con evoluzione necrotica determinata dalla compressione locale della cute e dei muscoli fino a raggiungere, nei casi più gravi, la muscolatura e le ossa. Essa è la conseguenza di un'elevata e/o prolungata compressione, o di forze di taglio (o stiramento) che causano uno stress meccanico ai tessuti e la strozzatura dei vasi sanguini.
L'aumento dell'età media della popolazione ha determinato un incremento di patologie croniche, degenerative e invalidanti. Le lesioni cutanee rappresentano la diretta conseguenza dell'immobilizzazione causata da questo stato di disabilità. La popolazione anziana ha un'elevata suscettibilità alle lesioni da decubito a causa delle modificazioni della cute dovute all'invecchiamento, alla diminuita percezione al dolore che, riducendo le sensazioni fastidiose, impedisce al paziente di reagire con il movimento; alla ridotta risposta immunitaria; al rallentamento nella guarigione delle ferite. La cura delle lesioni da pressione avviene attraverso l'uso di presidi antidecubito (sovramaterassi ad aria, materassi ad aria, gomitiere e talloniere) e l'applicazione sulla ferita di medicazioni che sono suddivise in due grandi gruppi: medicazioni tradizionali e avanzate. Quali sono le più vantaggiose?

Lo studio

Le medicazioni avanzate si caratterizzano per la specificità di applicazione rispetto allo stadio e alle condizioni della ferita e per il loro costo superiore rispetto alle medicazioni tradizionali. Presentano il vantaggio del minore tasso di sostituzione rispetto alle medicazioni tradizionali, mediamente doppio. La sostituzione della medicazione avviene ogni due giorni contro uno delle medicazioni tradizionali. L'obiettivo principale dello studio è stato misurare l'assorbimento di risorse (valorizzate in moneta) relative al processo di trattamento delle lesioni per poi confrontare il diverso impatto economico che medicazioni avanzate e tradizionali hanno nella cura delle piaghe per le Aziende Sanitarie, mediante il calcolo dei costi medi giornalieri e mensili imputabili ai due diversi trattamenti. Le medicazioni avanzate si caratterizzano per la specificità di applicazione rispetto allo stadio e alle condizioni della ferita e per il loro costo superiore rispetto alle medicazioni tradizionali. Presentano inoltre il vantaggio del minore tasso di sostituzione rispetto alle medicazioni tradizionali, mediamente doppio. La sostituzione della medicazione avviene ogni due giorni contro uno delle medicazioni tradizionali. Nella categoria ""medicazioni avanzate"" troviamo le seguenti tipologie di prodotti: alginati (con o senza argento), Carbossimetilcellulosa (CMC) sodica (con o senza argento), derivati acido ialuronico, film semipermeabili, gel di poliuretano, idrocolloidi (con o senza argento), idrogeli, medicazioni con strato di contatto al silicone, medicazioni multistrato a barriera antimicrobica all'argento, schiume di poliuretano (con o senza argento). Nelle ""medicazioni tradizionali"" troviamo i seguenti materiali: garze, imbevute o meno di soluzione salina e/o di soluzioni antisettiche o impregnate di creme contenenti o meno principi attivi. E' chiaro che una singola medicazione avanzata costa di più di quella tradizionale. Considerando sia il costo del materia sia quello del personale e del trasporto, la medicazione standard costa poco meno di 15 euro, quella avanzata 20, 63 euro. Però, se si considera un mese di trattamento, il rapporto si inverte: con le medicazioni avanzate il costo medio è di 237 euro, con quelle tradizionali sale a 324. E' indubbio che nel lungo periodo,le ""medicazioni avanzate"" siano economicamente più vantaggiose rispetto alle tradizionali: infatti se è riscontrabile una netta riduzione dei costi nei trenta giorni di osservazione, è pensabile una crescita dell'effetto forbice in un'analisi a più ampio spettro temporale. E se si ottiene oltretutto una maggiore efficacia, è evidente che la scelta è quasi obbligata.

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