Si chiama Estinette il generico branded di Effik, disponibile sul mercato italiano dal mese di gennaio di quest'anno. Si tratta della prima versione ""generica"" o, meglio, equivalente di pillola anticoncezionale (non terapeutica), cui è stato riconosciuto un prezzo di vendita al pubblico di 6,75 Euro. Equivalente, per quanto riguarda la composizione in principi attivi (75 mcg di gestodene e 20 mcg di etinilestradiolo), ai marchi Fedra di Schering e Harmonet di Wyeth.
Estinette s'inserisce quindi nel gruppo dei contraccettivi orali a basso dosaggio, quelli più utilizzati negli ultimi 10 anni, con un costo però inferiore di circa il 40% rispetto ai farmaci di marca. Considerando poi, le principali pillole, con un profilo farmacologico in linea a quello dell'equivalente, il costo per singola confezione supera sempre i 10 Euro. Il risparmio sarebbe a immediato beneficio delle donne, trattandosi di farmaci di fascia C.

La concorrenza abbassa i prezzi
Calcolatrice alla mano, in un anno si potrebbero risparmiare dai 53 Euro in su, cioè almeno altre 8 confezioni di contraccettivo. Si potrebbe, ma tutto dipende da quanto medici e pazienti apprezzeranno il prodotto equivalente. La commercializzazione dei farmaci equivalenti sconta in Italia anni di ritardo rispetto al resto dei paesi europei, per la solita questione del certificato di protezione complementare che ha prolungato la durata della copertura brevettuale. Lo ha spiegato il professor Giorgio Colombo, docente di farmacoeconomia all'Università degli Studi di Pavia.  In Olanda, per fare un buon esempio, la quota di mercato dei generici, calcolata come numero di confezioni vendute, è salita dal 20% del 1994 al 44% del 2004, e rappresenta il 17,7% della spesa farmaceutica, percentuale pari alla quota di tutto il settore OTC in Italia. In Francia i volumi del generico sono inferiori, tuttavia nello stesso decennio sono più che quintuplicati, passando da 1,8% a 10,4%.  In Italia le confezioni di generici puri vendute nel 2004 rappresentavano il 4,5% del volume totale, ma a giugno del 2006 hanno raggiunto il 7,5%. ""Stiamo recuperando in fretta - ha continuato l'economista - e l'esperienza di questi ultimi anni dimostra che l'arrivo di un generico ha sempre portato ad una riduzione, anche consistente, del prezzo dei corrispettivi farmaci di marca"".

Ma c'è un ma...
Nella tabella che mostra Colombo, dal 2001 al 2005 l'arrivo dell'equivalente ha finito per dimezzare il prezzo dell'originator...ma si tratta di principi attivi rimborsati, a vario titolo, dal Servizio Sanitario Nazionale. E sono farmaci impiegati a scopo terapeutico. Già, perché in tema di contraccezione, l'Italia vanta un altro primato negativo, come ha riferito la dottoressa Elena Ferri, responsabile del consultorio ""Villaggio della madre e del fanciullo"".
Solo il 20% delle donne in età fertile impiega un contraccettivo orale e, quasi sempre, lo fa dopo i vent'anni. ""Si sa che ad un incremento della diffusione della pillola è corrisposto un decremento proporzionale delle interruzioni volontarie di gravidanza"" quindi un guadagno in qualità della vita della donna, e un risparmio di risorse per il SSN. Ma il mercato della pillole è stabile dal 2002. La disponibilità di un medicinale equivalente, a un prezzo contenuto, offre l'opportunità a molte più donne di accedere ad una serena programmazione familiare. Per esempio alle donne di classi economico sociali non elevate, che finora non potevano permetterselo. In Francia la pillola contraccettiva generica è entrata in commercio nel 2002: in soli 4 anni i trend di consumo si sono invertiti, a sfavore dei prodotti di marca, tanto che gli anticoncezionali generici rappresentano oggi quasi l'80%, in volume, delle vendite di categoria. In Italia sono 13,7 milioni le donne in età fertile: circa il 20% di queste spende 165 milioni di Euro l'anno per la contraccezione orale, e le altre?