E’ arbitraria, contraria alle evidenze e frutto di un abuso di potere. Così, senza mezzi termini, due aziende farmaceutiche, l’americana Pfizer e la giapponese Eisai, si sono espresse contro il provvedimento del National Institute for Clinical Excellence (Nice), l’autorità britannica in materia di farmacovigilanza, che ha vietato l’impiego di Donezepil nelle fasi precoci della malattia di Alzheimer. Nonostante i contrasti e le proteste l’autorità britannica ha continuato decisa nella sua richiesta di limitazione di quattro farmaci anti-colinesterasici contro l’Alzheimer. E questo nonostante l’appello ricevuto da gruppi di pazienti a favore dell’estensione a tutti gli stadi della malattia, della terapia con questi medicinali. I medicinali in questione sono oltre a donezepil, rivastigmina e galantamina che secondo le indicazioni del Nice vanno prescritte solo a pazienti con forme moderate di Alzheimer. Ma Pfizer ed Eisai non mollano e hanno deciso di discutere la vicenda in tribunale, della notizia parla il sito della Bbc.
Le aziende parlano chiaro. Il provvedimento dell’autorità britannica di precludere i farmaci anti-Alzheimer alle forme meno gravi della patologia, non può essere supportato legalmente ed è irrazionale. Ecco perché chiedono che venga ritirato il provvedimento e vengano rimandate le indicazioni definitive. Le due aziende che producono donezepil (Aricept*), chiedono anche di aver accesso a come siano stati valutati i rapporti costi-benefici della nuova terapia. Sono molte le perplessità, infatti, anche su questo aspetto della decisione. La revisione giuridica, dicono dalle aziende, è ormai l’unica opzione rimasta praticabile perché il Nice si ravveda. E sarebbe la prima volta che un provvedimento viene contestato fino a questo punto. Ora l’istituto britannico ha 14 giorni di tempo per rispondere formalmente alle questioni poste da Eisai, dopo di che la procedura può essere avviata. Le associazioni dei pazienti e le società scientifiche, in testa l’Alzheimer Society, sono al fianco delle aziende. “Il Nice” ha detto Neil Hunt rappresentante dell’Alzheimer Society, “sta condizionando il destino di migliaia di persone”. Ecco perché l’associazione sta coordinando una serie di marce di protesta per tutto il Regno Unito chiedendo ai medici di essere più flessibili nel prescrivere i farmaci per l’Alzheimer. D’altro canto Andrew Dillon del Nice, ha risposto che “è una decisione che sicuramente ferirà i malati e chi si prende cura di loro, ma basandoci sui risultati degli studi presentati dalle stesse aziende farmaceutiche non possiamo affermare che questi prodotti facciano la differenza in qualsiasi stadio dell’Alzheimer”. Nel frattempo perciò l’istituto britannico ha intenzione di pubblicare ugualmente le sue raccomandazioni sia sulle modalità per assistere correttamente le persone affette da demenza senile sia sui farmaci migliori da utilizzare. Un mix di indicazioni sociali e mediche di cui i pazienti devono poter disporre al più presto possibile. In attesa della prossima puntata.
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