Da qualsiasi parte la si guardi sembra la battaglia del bene contro il male. I contendenti sono le industrie farmaceutiche e gli animalisti, l’oggetto del contendere le sperimentazioni di farmaci condotte su animali. Nell’annosa questione l’industria, nella fattispecie la Glaxo, ha segnato un punto importante. Per la prima volta, infatti, un’alta corte ha emesso un’ingiunzione contro gli animalisti, diffidandoli, pena il carcere, dal pubblicare on line i nomi degli azionisti del gruppo farmaceutico. Una vittoria legale storica. Ma come è andata esattamente la vicenda?

La vittoria di GSK
A ricostruirla è la BBC on line. Secondo l’articolo gli attivisti, per protestare contro i test condotti sugli animali nel laboratorio di ricerca Huntington Life Sciences (HLS), avevano inviato a GSK lettere minatorie che la ricattavano: l’azienda avrebbe avuto 14 giorni di tempo per vendere le sue azioni, trascorsi i quali gli animalisti avrebbero diffuso via Internet l’elenco degli azionisti. Del resto non è la prima volta che i due contendenti arrivano alle minacce. L’accusa è sempre la stessa: esperimenti crudeli sugli animali. Ma le aziende farmaceutiche da sempre si difendono, i test restano una parte vitale della ricerca e dello sviluppo di nuovi medicinali e vaccini. E così è andata anche stavolta. Jean-Pierre Garnier, amministratore delegato della sede britannica della multinazionale, ha sottolineato come si tratti di un’intimidazione, da cui gli investitori sono fermamente intenzionati a difendersi. Soprattutto in Gran Bretagna, visto che, pur rappresentando meno del 4% del mercato farmaceutico mondiale, nel Regno Unito sono stati scoperti molti dei 100 farmaci al top della classifica mondiale delle vendite e Oltremanica hanno sede aziende come la stessa Glaxo o AstraZeneca.

Tutti d’accordo (cavie a parte)
Sulla stessa lunghezza d’onda Colin Blakemore, amministratore delegato del Medical Research Council, che ha dichiarato di “conoscere molto bene che cosa significhi essere vittima degli attivisti dei diritti animali”. E ha approfittato per ringraziare Tony Blair, che personalmente ha preso posizione in difesa degli azionisti Glaxo, sostenendo la ricerca condotta sugli animali. Manco a dirlo sono d’accordo anche la British Pharmaceutical Industry, la British Heart Foundation e la Coalition for Medical Progress sottolineando come sia necessario supportare e proteggere le persone coinvolte nella ricerca medica salvavita. Blair a sua volta ha sottolineato “l’alto contributo dato da scienziati e aziende per la salute umana e il benessere”. Un vero e proprio idillio. Gli animalisti per ora devono incassare una sonora sconfitta legale, ma non sembrano intenzionati a defilarsi, anzi. La loro convinzione, anche in quest’occasione ribadita, è che si debba superare una ricerca datata, opposta a una, sicuramente più avanzata, che non fa ricorso a sperimentazione animali.

Articoli Correlati

Salute e medicina online: eccellenti dati per Edra

Anche il mese di giugno ha registrato delle crescite significative dell'utilizzo dei canali online di Edra da parte di medici farmacisti...

Salute e medicina online, record a maggio

Il mese di maggio registra crescite significative dell'utilizzo dei canali online da parte di medici farmacisti odontoiatri e pazienti. Il...

DoctorNews e Farmacista33: cresce il servizio della comunità

L'importante successo ottenuto dalle newsletter settimanali di annunci di DoctorNews e Farmacista33 ha convinto Edra di integrarle...

30 anni di lotta all’Aids, rivoluzione senza pari

«Quello che è successo negli ultimi 30 anni nella diagnosi controllo e terapia dell'Aids non ha esempi analoghi della storia della medicina. Un...

comments powered by Disqus