Le grandi aziende farmaceutiche? Pensano in piccolo. Così si è espresso recentemente Les Funtleyder, analista della Miller Tabak, a proposito dei nuovi trend di mercato. A fronte della scadenza di importanti brevetti nei cinque anni a venire, cioè, secondo l’analista, le “big pharma” optano nella realizzazione di nuovi farmaci per licenze con piccole compagnie, anziché per l’acquisizione delle stesse. A smentire questa tendenza a evitare i rischi per scelte più economiche arriva la recente notizia dell’acquisizione, da parte dell’americana Pfizer, di Rinat Neuroscience Corporation, compagnia biotech impegnata nello sviluppo di proteine terapeutiche contro i disturbi del sistema nervoso centrale.


Meno OTC e più MAB
Che l’azienda fosse in fermento, come, peraltro molte altre nel farmaceutico vista l’imminente scadenza di brevetti chiave, era nell’aria. Prima è stata annunciata la possibilità di vendere l’unità Consumer Healthcare, specializzata in prodotti da banco e parafarmaco, o di trasferirne l’attività in una nuova società. Ipotesi raccolta con favore dagli analisti, con l’idea che grazie ai soldi guadagnati dall’operazione il primo colosso farmaceutico al mondo avrebbe potuto comprare nuovi etici. Poi l’annuncio, nel marzo scorso, che l’azienda puntava ad acquisire proprietà intellettuali e prodotti in varie fasi di sviluppo per un valore compreso tra uno e 4 miliardi di dollari. Infine quest’ultimo annuncio, dopo che l’anno scorso l’azienda si è limitata all’acquisizione di Vicuron Pharmaceuticals, gruppo che sviluppa farmaci antinfettivi, per due miliardi di dollari. Ma quali sono i dettagli del nuovo accordo? Per ora non si conoscono tutti gli aspetti finanziari, anche se si parla di parecchie centinaia di milioni di dollari. Secondo le dichiarazioni di Ronald Eastman, amministratore delegato di Rinat, il gruppo era da tempo alla ricerca di un importante partner farmaceutico in particolare per lo sviluppo di un nuovo farmaco antiAlzheimer. Sono arrivate varie offerte e poi è trapelata la possibilità di una vera e propria acquisizione.


Originale, ma non unico
L’azienda, che ha sede in California, si occupa dello sviluppo di proteine terapeutiche come gli anticorpi monoclonali iniettabili. Si tratta di una svolta per la Pfizer. Il prodotto di punta di Rinat, comunque, si chiama RN624 ed è alla seconda delle tre fasi per l’approvazione come farmaco per l’artrosi. Il target di interesse della big pharma statunitense, però, è rappresentato da RN219 rivolto alla malattia di Alzheimer. Si tratta di un anticorpo monoclonale che blocca l’azione della proteina beta amiloide, ritenuta responsabile della deposizione di placche nel cervello che conducono alla morte di cellule nervose. Il farmaco sta per entrare nella prima fase di sperimentazione ma non sarà privo di competitor. Infatti, aziende come Myriad Genetics e Elan sono impegnate nel trattamento dell’Alzheimer, con farmaci con diverso meccanismo d’azione e al momento in fase di sviluppo più avanzata.

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