Dopo anni di sperimentazione, il sistema ECM ha ormai raggiunto una maturità indiscutibile. Ciononostante il sistema fronteggia ancora delle difficoltà: alcune ricerche sembrerebbero evidenziare una disaffezione di parte della classe medica verso alcune iniziative di basso profilo, sebbene tutti i sondaggi rilevino un grande interesse di tutti i professionisti della salute a migliorare le loro competenze.
Ne parliamo con il prof. Paolo Messina, dirigente medico presso la divisione di Chirurgia Pediatrica del Policlinico S'Orsola-Malpighi di Bologna, membro della Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina e Coordinatore del Comitato di Garanzia per l'attività dei provider.
D: Qual è lo stato di salute del sistema ECM oggi?
Dall'istituzione con la legge Bindi del '99 e per tutta la fase sperimentale il sistema ha fatto passi da gigante fino ad oggi. Con la chiusura della fase sperimentale, il sistema ha raggiunto una fase di maturità. Date le risorse in campo, possiamo dire che per tutto il personale sanitario l'aggiornamento continuo è quasi un obbligo morale, oltre che deontologico, per un rapporto migliore con i pazienti, sia per i dipendenti del sistema sanitario nazionale che per i liberi professionisti.
Le polemiche ci sono state e sono per lo più collegate agli aspetti economici. Le risorse pubbliche, in particolare a partire dall'anno scorso, non sono moltissime, per cui rimane importante il contributo sia delle aziende Farmaceutiche, sia della sanità privata. A queste realtà però si associa sempre il tema del conflitto di interessi, per gestire il quale nel 2011 è nato il Comitato interno della Commissione per indagare e verificare la trasparenza dei rapporti tra sponsor e provider.
Il cambiamento epocale di quest'ultimo anno è stato lo spostamento del focus dagli eventi ai provider, con la forte selezione di questi ultimi. Siamo passati a circa 750 degli oltre 12.000 soggetti che proponevano eventi ECM per tutto il personale sanitario
D: Quali le prospettive future?
La sfida per l'ECM è partita nel 2010 con l'accordo Stato-Regioni. Ancora dei problemi vi sono, ma oramai il sistema è a regime e abbiamo la fortuna di avere il nuovo Ministro, il Prof. Balduzzi, che si è sempre occupato di formazione, è sempre stato presente ai nostri lavori e crede molto nel sistema ECM.
D: Quali sono le prospettive per i provider accreditati nel 2011?
Attualmente i provider sono ""provvisori"", stiamo preparando la modulistica perché possano fare domanda e diventare ""definitivi"", a seguito di ulteriori controlli. Come Comitato di Garanzia abbiamo fatto verifiche finora prevalentemente del materiale trasmesso per via telematica e dal 2012 intensificheremo le verifiche degli eventi stessi, verificando l'attività, i contenuti e il comportamento di docenti e discenti.
D: Il legislatore ha previsto sanzioni per i professionisti che non si aggiornano, ma qual è l'orientamento effettivo in tal senso e quali le prospettive per il futuro?
In questo regime è difficile attuare penalizzazioni, l'ipotesi di esami di stato di verifica nell'attuale sistema appare difficilmente praticabile. Andranno identificati i possibili percorsi premianti per chi si aggiorna, sia per i dipendenti del sistema sanitario nazionale, sia per i liberi professionisti.
D: La politica della Commissione di identificare ed evidenziare i conflitti di interesse dei provider Ecm candidati, per proteggere l'informazione medica dall'influenza delle aziende farmaceutiche che risultati ha portato?
Mentre prima si puntava a sulla dichiarazione di non conflitto di interessi, tanto che molti docenti hanno firmato documenti inevitabilmente non veritieri, poiché è spesso possibile ravvisare conflitti di interesse, abbiamo deciso di adottare finalmente il modello anglosassone, per cui il conflitto di interessi viene apertamente dichiarato, permettendo ai discenti di sapere i possibili elementi che possono influenzare i formatori, di conseguenza sarà più facilmente possibile discernere tra approcci e contenuti proposti. Siamo quindi allineati alle pratiche impiegate in tutti i paesi del mondo.
D: Oltre agli eventi residenziali, quale il ruolo delle altre modalità formative: FAD, formazione sul campo ecc.?
La FAD è fondamentale nel sistema ECM e noi l'abbiamo sempre spinta, anche se purtroppo c'è ancora un certo immobilismo in tale ambito. La Commissione ha già condiviso con le Regioni l'intenzione, con riferimento particolare ad alcune categorie professionali, ad esempio farmacisti e infermieri, per le quali sono disponibili meno risorse e opportunità per gli eventi residenziali, di puntare sulla FAD e sulla formazione sul campo. In particolare la formazione sul campo è in grado secondo noi di erogare la maggiore efficacia e qualità formativa in questi casi.
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