Una cosa è certa: non ci sono mezze misure nelle posizioni assunte dalle varie parti in causa a seguito della pubblicazione della Manovra Finanziaria Bis in Gazzetta Ufficiale. La sanità pubblica rimane al centro delle azioni correttive dell'Esecutivo in tema di governo della spesa, scatenando le reazioni di tutti gli interessati. Proviamo a ripercorrere le principali posizioni. Il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, dopo aver ricordato che la manovra di luglio ha comportato costi per 800 milioni di euro per le Aziende Farmaceutiche, per ripianare lo sforamento del budget di spesa farmaceutica delle Regioni, ha espresso preoccupazione per il rischio di una ""spirale di manovre correttive"". Per uscire da questa fase negativa, ha dichiarato, è necessario ""rilanciare la crescita"". Ha sottolineato quindi che la farmaceutica ""è l'industria dello sviluppo, con un export vicino al 60%, e
con i molti investimenti in ricerca"", aggiungendo che ""per attrarre investimenti abbiamo bisogno di un quadro normativo fatto di regole certe e stabili, di tempi di pagamento accettabili e di misure che ci consentano di progettare piani industriali di sviluppo"".

D'altro canto, la Manovra ha registrato l'apprezzamento delle Regioni ""in rosso"", in particolare per la norma che, a determinate condizioni, autorizza deroghe al blocco del turn over per le amministrazioni sottoposte a piano di rientro. Il governatore del Lazio Renata Polverini l'ha definita ""un'iniziativa apprezzabile"" e Raffaele Calabrò, consigliere per la Sanità del governatore della Campania, Stefano Caldoro, ha aggiunto: ""E' stata compresa l'importanza di una deroga che non poteva più attendere"". D'altro canto è indiscutibile che la spesa farmaceutica pubblica abbia registrato in questi mesi un doppio deficit: da un lato l'enorme sforamento della spesa ospedaliera, dall'altro il superamento del tetto della spesa farmaceutica convenzionata, quella che passa dalle farmacie del territorio e dalle Asl (distribuzione diretta).

In entrambi i casi, l'accusata eccellente è la spesa farmaceutica, secondo la tesi che lo scostamento vada imputato a una serie di cause strutturali che esulano dalla responsabilità delle singole Regioni. Infatti, la Conferenza dei Governatori è tornata a richiedere il tavolo per il governo della spesa farmaceutica istituito dal Patto per la salute 2010-2012, che non si riunisce più da circa un anno e mezzo, chiedendo che tra i primi punti da esaminare a tale tavolo ci siano proprio i meccanismi di acquisto dei farmaci innovativi.

Anche la Classe Medica si è espressa con forza dopo l'approvazione della Manovra, tramite una nota congiunta dell'intersindacale medica. ""Pur consapevoli del difficile quadro internazionale"", si legge nella nota, ""non possiamo accettare in silenzio inique e pesanti penalizzazioni che, sommate a quelle del 2010 e 2011, fanno dei medici, veterinari e dirigenti del Servizio sanitario nazionale le categorie chiamate a pagare il prezzo più alto, in termini retributivi, previdenziali, normativi e professionali"". Tra i punti contestati, i sindacati ricordano il contributo di solidarietà, ""il prolungamento a cinque anni del blocco dei contratti di lavoro e delle convenzioni, con conseguente perdita del 20% del potere di acquisto degli stipendi, il differimento a due anni del Tfr per chi accede al prepensionamento, la proroga della facoltà delle amministrazioni di pensionamento coatto"".

La bocciatura della Manovra è sfociata in una serie di iniziative, dalla manifestazione prevista per il prossimo 13 ottobre alle iniziative sul web, tra le quali spicca un sito per la raccolta di firme: www.cambiamolamanovra.it.

Ovviamente anche la Ricerca soffre pesantemente dei tagli. Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerca ""Mario Negri"", ha dichiarato: ""In Italia bisogna convincersi che la ricerca è importante, fondamentale per un paese. Mentre i nostri politici fanno di tutto per penalizzarla. Ma a queste condizioni il nostro paese non può resistere a lungo, nonostante la buona volontà dei ricercatori"". Ha quindi aggiunto: ""Ormai non c'è più ricerca nel nostro paese e il divario con gli altri paesi Ue si fa sempre più evidente e siamo ben al di sotto della media Ue"".

Dal Ministero della Salute, intanto, è arrivato l'impegno per cercare di abolire i ticket introdotti con la Manovra di luglio, sostituendoli con altre forme di finanziamento. Tra le possibilità sul piatto, le tasse sul tabacco. Il Ministro Ferruccio Fazio ha lanciato l'appello al dialogo tra tutti i soggetti in campo: «Se ci sarà una collaborazione importante tra le forze politiche e tra Governo e Regioni, potremo riuscire ad affrontare la difficilissima sfida dei prossimi anni».

Gli unici forse a tirare un sospiro di sollievo sono i Farmacisti, che hanno visto mantenuto il numero chiuso per le farmacie. Appare evidente che comunque un tavolo di confronto tra le parti in causa sia fondamentale per cercare un governo condiviso per un sistema che è veramente in grossa difficoltà e rischia il collasso.
 

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