Kari Laine

Le interazioni tra farmaci, farmacodinamiche o farmacocinetiche, si collocano tutt'oggi in un'area criticità crescente per la clinica, e le tendenze future - dall'invecchiamento della popolazione alla polifarmacia- rendono la situazione ancora più complessa. Kari Laine evidenzia problemi e possibilità, nel doppio ruolo di professore associato di farmacologia clinica all'Ospedale Universitario di Turku, Finlandia, e direttore generale di medbase Ltd, spinoff accademico dell'università, che ha realizzato lo Sfinx, database di riferimento per le interazioni localizzato in Italia da Elsevier grazie alla banca dati del farmaco Codifa®.


Dott. Laine, perché le interazioni farmacologiche rappresentano un problema clinico che richiede più attenzione?
Per prima cosa, perché le dimensioni del problema sono preoccupanti, sia dal punto di vista della sicurezza del paziente, sia da quello della responsabilità professionale medica: sappiamo ad esempio che, negli Stanti Uniti, oltre 100.000 americani l'anno muoiono a causa di eventi relativi alla sicurezza delle cure farmacologiche e circa 2.000.000 hanno bisogno di cure ospedaliere. Questo colloca le interazioni farmacologiche fra le 5 cause di morte più frequenti negli Stati Uniti, insieme a incidenti, diabete e patologie polmonari. Si stima che i costi diretti per gli ospedali dovuti a reazioni avverse ai farmaci ammontano a 1,5-4 miliardi di US $.


In che modo può quindi essere evitato il problema?
Nel momento di prescrizione o somministrazione di farmaci al punto di cura il professionista deve avere a disposizione informazioni scientifiche, autorevoli, basate sull'evidenza, aggiornate, facili e veloci da consultare, fornite da esperti e idealmente anche complete di riferimenti bibliografici per eventuali approfondimenti.


Quali sono i contenuti essenziali che una tale raccolta di informazioni dovrebbe contenere?
Le informazioni devono essere adattate al contesto locale, cioè coprire tutti i farmaci in commercio, e per evitare problemi di comprensione, essere disponibili nella lingua dell'utente.
Per assicurare una vera utilità nella risoluzione di problemi clinici non basta che le informazioni si limitino a elencare le interazioni ma uno strumento informativo veramente utile dovrebbe poter fornire anche consigli e raccomandazioni di medici esperti di farmacologia per evitare o tenere sotto controllo il problema clinico.
Questa è stata l'idea centrale quando il team di medbase ha creato insieme allo svedese Karolinska Institutet e il centro farmacologico della contea di Stoccolma lo strumento SFINX, un database sulle interazioni farmacologiche, pensato per fornire un supporto decisionale basato sull'evidenza. Tutte le informazioni ivi contenute sono prodotte da medici specialisti in farmacologica clinica e localizzate con il supporto di Elsevier, titolare della banca dati Codifa®, per il mercato italiano.


Da quali fonti possono essere ricavate le informazioni sulle interazioni farmacologiche?
Informazioni sulle interazioni farmacologiche sono presenti nei riassunti delle caratteristiche del prodotto (RCP) fornite dalle società farmaceutiche e in pubblicazioni scientifiche.
Ciò che distingue Sfinx da altri database sulle interazioni farmacologiche è il fatto che si basa su una rigorosa e continua raccolta, monitoraggio e valutazione di nuove informazioni da diverse fonti. Il database comprende anche il razionale scientifico alla base dei meccanismi d'interazione,e una sintesi della documentazione sulle basi dell'interazione e dei principali riferimenti. SFINX si basa su studi clinici - non su sperimentazioni o studi su animali - il che conferisce allo strumento un fondamento evidence-based solido per la pratica clinica.


Quali figure professionali hanno bisogno di queste informazioni?
Medici di medicina generale così come medici specialisti, farmacisti, dentisti, ossia chiunque abbia la responsabilità di prendere decisioni riguardanti la sicurezza della terapia farmacologica.


Come dovrebbero essere fornite al professionista queste informazioni?
Il miglior modo di includere informazioni per il supporto decisionale nel flusso di lavoro del professionista è fornirle sotto forma di brevi avvertenze e raccomandazioni su come risolvere il problema clinico, in modo che possano essere facilmente consultabili o fruibili in modo attivo, idealmente in meno di un minuto.
Diversamente dalle fonti in formato enciclopedia, SFINX è stato progettato per dare avvertimenti e raccomandazioni brevi e concise in modo che le informazioni siano facilmente integrabili nel flusso di lavoro quotidiano.
Una semplice integrazione di un database d'interazioni nel flusso di lavoro clinico può avvenire tramite la consultazione di un portale web oppure integrato direttamente in una cartella clinica, fascicolo sanitario elettronico, sistema di supporto decisionale oppure sistema gestionale della farmacia. Nell'uso integrato l'utente riceve avvertimenti e promemoria, ad esempio quando sta prescrivendo oppure dispensando un medicinale. L'uso tramite portale e l'uso integrato non si escludono: molti professionisti preferiscono avere a disposizione entrambe le possibilità per fruire del supporto decisionale in diverse situazioni d'uso.


Vuole dire che una preparazione professionale solida e un aggiornamento continuo non sono sufficienti per prendere decisioni riguardanti la terapia farmacologica?
No, non sono sufficienti perché la quantità d'informazioni e aggiornamenti è enorme. È semplicemente impossibile per un medico, farmacista o dentista tenersi aggiornato su tutte le nuove evidenze. Di conseguenza le informazioni basate sull'evidenza penetrano molto lentamente nella pratica clinica, e come notato prima, eventi avversi sono frequenti. Troppo frequenti perché la maggior parte di reazioni avverse potrebbe essere evitata con una corretta scelta del farmaco.



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