E' arrivata l'ultima revisione delle Note AIFA. Per molti questa dovrebbe essere l'ultima in senso proprio, ritenendo questo sistema di controllo dell'appropriatezza prescrittiva superato e/o poco efficace. Resta il fatto che rispetto ad altre liste negative, per esempio quella britannica, ha sempre presentato un carattere più spiccatamente scientifico piuttosto che semplicemente economico. La revisione, ha comunicato l'AIFA, ""è stata condotta attraverso un lungo e documentato percorso di condivisione e di trasparenza che ha coinvolto i rappresentati della Medicina Generale (Fimms, Simg, Snami), dei medici ospedalieri, delle Regioni e degli operatori del settore (Farmindustria, Federfarma, Fofi, Sifo, Assofarm, Assogenerici, Adf)''.
Ne è risultata, in molti casi, una certa semplificazione, anche se non sono mancati rilievi negativi anche da parte degli stessi medici di medicina generale. Certo in alcuni casi il generalista non può agire da solo, circostanza che l'Agenzia spiega dicendo che"" è stata mantenuta la richiesta di diagnosi e piano terapeutico da parte dello specialista per quelle patologie in cui la diagnosi non può essere effettuata direttamente nell'ambulatorio del medico di medicina generale (ad esempio la diagnosi di ipertensione endoculare a seguito di tonometria - nota 78)"" Tuttavia, ""ove possibile sono stati forniti criteri per agevolare la diagnosi di patologie, come le dislipidemie familiari, anche da parte del medico di famiglia senza dover obbligatoriamente ricorrere a Centri specialistici. L'efficacia di questo nuovo approccio - assicura l'Agenzia regolatoria - sarà misurata attraverso uno studio che l'Aifa ha promosso e finanziato nell'ambito della medicina generale, denominato progetto Riace"".
A suscitare proteste è stato soprattutto il capitolo della terapia del dolore, di cui si occupa la nota 4. Premesso che il Servizio sanitario eraga i farmaci nessari alo trattamenton di tutte le forme di dolore (oncologico, degenerativo, neuropatico e osteoarticolare, la nota ha ritenuto di dover precisare le condizioni di impiego dei farmaci indicati per il dolore neuropatico, di fatto gabapenti e pregabalin che, da soli, nel 2005 hanno rappresentato una spesa di 117 milioni di euro. Ora, spiega l'AIFA, ""se ne autorizza l'impiego solo in condizioni in cui il dolore neuropatico, dopo una diagnosi certa, è correlato a specifiche condizioni (come neuropatia diabetica, pazienti affetti da lesioni midollari, da neoplasie o da forme erpetiche) tutelando così i pazienti dal rischio di un impiego improprio ed allargato in condizioni prive di diagnosi certa"". A evitare l'accusa, puntualmente arrivata anche dall'Aduc, di vore restringere le opzioni disponibili, l'Agenzia ha ricordato che la stessa nota 4 ""garantisce l'utilizzo nel dolore neuropatico di un farmaco - la duloxetina - finora rimborsato solo come antidepressivo estendendo così le alternative terapeutiche nella cura di questa condizione. Pur perseguendo l'obiettivo di assicurare un impiego appropriato vi è stato, quindi, un ampliamento della disponibilità dei farmaci per la terapia del dolore"". Dibattito anche sulla nota 79, che estende la prescrizione antiosteoporotici anche a chi presenta osteopenia documentata da indagini diagnostiche, e nobn soltanto a chi ha già subitom fratture osteoporotche. Al riguardo, il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo, aveva paventato il rischio di un eccessivo ricorso agli esami di densitometria, con conseguente aumento dei costi. ''La quantificazione del rischio di fratture osteoporotiche - ha precistato l'AIFA - non può essere lasciata esclusivamente all'esperienza del singolo medico e in ogni caso sono previste indagini diagnostiche a basso costo (ultrasuoni)''.
Al di là dei singoli rilievi, però, è diffuso tra io medici l'orientamentio citato all'inizio, interpretato da Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale. ""Da sostenitori della politica dell'AIFA"" ha detto ""siamo convinti che le note abbiano svolto un compito storico importante perchè hanno segnato un metodo: hanno cioè fissato da 13 anni a questa parte regole chiare nella prescrizione dei farmaci. Ma speriamo che queste siano le ultime: in altre parole hanno centrato il duplice obiettivo di raggiungere il massimo accordo fra i prescrittori e l'agenzia regolatoria ministeriale, e di contingentare i consumi per esigenze di spesa"". Secondo Cricelli, dunque, ''sono maturi i tempi per eliminarle e sostituirle con un nuovo metodo. E proprio su questo abbiamo proposto all'Aifa ufficialmente una sorta di pharmaceutical governance, un governo clinico della prescrizione. Abbiamo cioè proposto un tavolo permanente al quale siedano, oltre che i rappresentanti dell'Aifa, i medici di famiglia, i farmacisti e tutti gli attori del sistema sanitario, per identificare innanzitutto gli obiettivi di salute del nostro Paese, analizzando le singole patologie da curare e da prevenire, affinché le modalità di prescrizione dei medicinali siano determinate sulla base di tali obiettivi, senza più diktat che in passato terrorizzavano i camici bianchi. Dunque, regole prescrittive in perfetta corrispondenza degli obiettivi di salute''.
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