Il decreto legge (guarda il video) approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri prevede il blocco del prezzo dei farmaci di fascia C per due anni ( fino al gennaio 2007) e la possibilità da parte delle aziende di fissare il prezzo ogni gennaio degli anni dispari; inoltre per i farmaci da banco e per i medicinali senza obbligo di prescrizione è prevista la possibilità da parte dei farmacisti di applicare uno sconto fino al 20%; mentre per i farmaci di fascia C con obbligo di prescrizione (quando il medico non scrive “non sostituibile” sulla ricetta) il farmacista sarà obbligato a dire al cittadino che esiste un farmaco analogo e meno costoso (cioè un generico) che lo farà risparmiare.

Nell'ultimo anno, dal 10 maggio 2004 al 10 maggio 2005, riferisce Storace, per i 266 farmaci con obbligo di ricetta si e' verificato un aumento di oltre il 5%, con un medicinale che e' aumentato addirittura del 257%. Per le 123 medicine senza obbligo di ricetta, i cosiddetti Sop, il prezzo e' cresciuto di oltre il 5%, con un +108% in un caso. Infine, per i 108 farmaci da banco (Otc), l'aumento si e' attestato intorno al 5%. A questa situazione porra' rimedio il decreto approvato oggi, ''nel rispetto delle norme Antitrust''. 

Soddisfatta Farmindustria poco Federfarma
''Sono condivisibili provvedimenti - afferma Federico Nazzari, presidente dei Farmindustria - che garantiscano alle imprese la piena conservazione del principio di libertà nel fissare i prezzi di questi farmaci, come avviene in quasi tutti i Paesi europei. Prezzi che, una volta così fissati, diventerebbero prezzi massimi, con la possibilità per le farmacie di applicare sconti al cittadino, introducendo quindi elementi concorrenza in questo ambito''. 

Meno soddisfatta Federfarma, l’associazione dei titolari di farmacia, secondo cui il dl ''presenta una contraddizione interna. Da un lato propone misure che valorizzano la professionalità del farmacista e consentiranno di ridurre l'impatto degli aumenti dei medicinali di fascia C. Dall'altro, eliminando il prezzo fisso e unico di alcuni medicinali, tende ad enfatizzare l'aspetto commerciale dell'attività della farmacia e ad avvicinare i medicinali senza ricetta a prodotti di largo consumo''. Federfarma sottolinea in una nota che ''non può che prendere atto della scelta del ministro di lasciare alle farmacie la facoltà di praticare uno sconto fino al 20% sul prezzo dei medicinali senza obbligo di ricetta medica'', ma ricorda di aver ''ripetutamente e insistentemente proposto un'altra soluzione, più efficace, cioè una riduzione generalizzata del prezzo che avrebbe consentito ai cittadini di ottenere un risparmio certo e uguale per tutti''. Le farmacie - prosegue Federfarma - esprimono un giudizio positivo anche sul congelamento per due anni del prezzo dei medicinali di fascia C che, almeno per questo periodo, contrasterà gli eccessivi aumenti registrati fino ad oggi da alcuni prodotti. Il fatto che le aziende produttrici possano aumentare i prezzi solo nel mese di gennaio degli anni dispari - conclude - faciliterà il monitoraggio degli aumenti''. 

''Soddisfazione'' per l'approvazione del decreto legge che sancisce il principio di sostituibilità anche per i farmaci in fascia C è stata espressa da Federgenerici che chiede pero' che ''la stessa determinazione ed attenzione'' sia posta per ''lo sviluppo del farmaco generico nella fascia A, a totale rimborso del Ssn, con l'obiettivo di eliminare le barriere che hanno impedito al mercato del generico di svilupparsi in linea con gli altri Paesi europei''.

Le misure contenute nel decreto, approvato oggi in Consiglio dei ministri, sui prezzi dei farmaci di fascia C, ''dovrebbero essere completate da un progetto piu' ampio di innovazione di un settore che non e' in linea con l'Europa, squilibrato e con modalita' superate''. E' quanto sostiene, in una nota, l'Assofarm, Federazione che rappresenta 1350 farmacie comunali italiane, che sottolinea pero' di ''essere stata informata sul provvedimento in modo tardivo ed errato dal ministro della Salute, Francesco Storace''. Assofarm, per bocca del suo presidente, Venanzio Gizzi, esprime ''apprezzamento per l'attenzione al contenimento della spesa per i cittadini'' e condivide l'obiettivo del decreto di ''favorire il farmaco generico anche sui prodotti in fascia C'', ma sostiene che ''poteva essere evitata la puntualizzazione relativa alla possibilita' per il medico di impedire la sostituzione. L'applicazione dei prezzi variabili ai farmaci Otc e Sop puo' essere corretta, tanto piu' che questo intervento - conclude la nota - fara' parte di altre e piu' importanti innovazioni che aiutino a sviluppare la farmacia''. 

 Il mondo politico è diviso
''Vedremo quali risultati concreti produrrà  la grancassa di oggi sul decreto'' approvato oggi dal Cdm sui prezzi dei medicinali di fascia C. La vera notizia sarebbe stata quella della introduzione di nuovi farmaci essenziali in fascia A, quella a carico del Ssn, e non semplicemente un blocco dei prezzi dei farmaci in fascia C''. Lo afferma Rosy Bindi, responsabile delle politiche sociali della Margherita in una nota. “Per quanto riguarda le altre misure  sarebbe stata sicuramente più opportuna e più equa una diminuzione generalizzata del prezzo dei farmaci da banco senza affidare al farmacista lo sconto da applicare, con il rischio di creare disparità di trattamento tra cittadini che acquistano lo stesso farmaco. Temo che decreti legge come quello di oggi, tutto da approfondire nella sua concretezza, dimostrino ben presto la loro inadeguatezza''. 

Per Fabio Minoli Rota, responsabile del dipartimento farmaceutico di Forza Italia ''con il decreto approvato oggi, si rispetterà il tetto del 13% per la spesa sanitaria. Con una oculata regia politica nel settore farmaceutico diviene possibile offrire ai cittadini gratuitamente quei farmaci innovativi necessari per far fronte alle patologie più gravi, operare una stretta per tagliare tutti gli sprechi, ma soprattutto arrivare a promuovere la ricerca e lo sviluppo in questo settore per consentire alle aziende di trovare le condizioni più favorevoli per mettere a punto farmaci innovativi in grado di contrastare le patologie più insidiose e per migliorare la qualità della vita di tutti noi''. 

Positivo il giudizio dei consumatori
''Il decreto sui farmaci e' un primo, importante passo verso la liberalizzazione del mercato''. A sostenerlo è l'Osservatorio della terza età, che giudica positivamente il provvedimento del governo per abbattere i costi delle medicine in fascia C. ''Le fasce deboli, come gli anziani - commenta Roberto Messina, segretario generale dell'Ote - ne trarranno sicuramente vantaggio. Fino ad oggi, infatti, - aggiunge Messina - le aziende hanno riversato sui farmaci non rimborsabili, e quindi sui cittadini, gli sconti praticati allo Stato. Per tre anni questo non sarà più possibile''.

''Concordiamo sulla necessità di azioni finalizzate a ridurre il prezzo dei farmaci di fascia C - dichiara Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori  - e apprezziamo che il farmacista possa offrire alternative più convenienti al paziente, a parità di principio attivo e di forma farmaceutica. Ma, a parte questi aspetti, rimangono molti punti discutibili. Innanzitutto il tetto dello sconto del 20% che non tutela i consumatori. Mentre la riduzione in farmacia è stabilita per legge - spiega Miozzi - le aziende farmaceutiche possono aumentare il prezzo dei medicinali ogni due anni senza alcuna limitazione''. Il rischio, dunque, è che si scateni una gara al rialzo per recuperare gli sconti concessi. ''Quale concorrenza effettiva sarà possibile - si chiede Movimento Consumatori - tra una farmacia e l'altra, se le distanze tra di loro sono spesso notevoli, se nei centri rurali c'è addirittura una sola farmacia, per non parlare degli orari notturni, quando in diversi centri c'è una sola farmacia di turno?''. Su questa linea, Miozzi conclude: ''L'idea degli sconti, proposti dal decreto Storace ha una forte presa pubblicitaria. Ma speravamo, al contrario, in un atto coraggioso da parte dello Stato: l'adozione di un regime controllato sul prezzo dei farmaci di fascia C così come avviene in Francia, Spagna e Austria dove di fatto il prezzo di questi farmaci è più basso e uguale per tutti i cittadini, a prescindere dal luogo, dal ceto sociale e dalla modalità di accesso al farmaco''.

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