Il direttore dell'Aifa, Nello Martini, - intervenuto all'incontro ''Aifa: una nuova politica del farmaco a tutela della salute', svoltosi durante il Forum Pa di Roma - ha ricordato che i dati sulla spesa farmaceutica di quest'anno sono positivi. E le proiezioni dei primi tre mesi, con un decremento del 5,5%, fanno ben sperare nella possibilita' di arrivare, alla fine dell'anno, a rispettare il tetto di spesa ''se le condizioni rimarranno quelle attuali''. Una precisazione che rischia di deludere le aspettative degli industriali che a giugno speravano di dire a addio alla compartecipazione alla spesa attraverso lo sconto del 6,8% sui medicinali, richiesto alle aziende. Gli industriali, infatti, dovevano raggiungere la cifra di 495 milioni di euro, totale a loro carico per il ripiano sullo sfondamento del tetto. ''Questa cifra si raggiungerà a giugno - ha concluso Stefanelli - e se non ci saranno altri problemi l'industria dovrebbe ripristinare i suoi prezzi''.
Niente OTC al supermercato e taglio dei prezzi in fascia C
Un deciso no del direttore dell'Aifa Nello Martini arriva su una 'vecchia' proposta, riemersa in questi giorni, quella di un'eventuale distribuzione dei farmaci di automedicazione al supermercato. ''Sono d'accordo - ha detto - sull'introduzione di elementi di robusta concorrenza, anche nella linea indicata dal ministro e per la competizione dei prezzi. Mi sembra poco condivisibile, invece, accomunare i farmaci ai beni di consumo''. Si tratta ovviamente di ''una scelta politica, che non e' quella tecnica dell'Aifa. Ritengo pero' che accomunare le scatole dei farmaci ai biscotti non sia un'operazione credibile: e' vero che introduce elementi di concorrenza ma da' l'idea al cittadino di una dimensione consumistica che va evitata'' Nello Martini, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), condivide le iniziative del ministro della Salute Francesco Storace, deciso ad intervenire sui costi sopportati dagli italiani per i medicinali non rimborsabili. La prossima meta sarà ridurre i prezzi dei medicinali che i cittadini pagano di tasca propria, quelli in fascia C con l’obiettivo di introdurre elementi di concorrenza nel settore, con l'obiettivo di tagliare la spesa privata delle famiglie e delle fasce piu' deboli.
I sistemi di rimborso europei
''In Italia – ha spiegato Martini - la copertura gratuita rappresenta il 70,3% della spesa complessiva per farmaci. Un dato che non si riscontra in nessun altro Paese europeo. Altre nazioni, tra l'altro, chiedono una compartecipazione ai cittadini. A Parigi fanno pagare il 40% del prezzo dei farmaci, e ad Helsinki il cittadino paga il 50% della terapia''. Di questi vantaggi pero', lamenta Martini, '' il cittadino non ha la percezione, e non certo per colpa sua''. Secondo il direttore dell'Aifa, e' fondamentale ''lavorare per far 'sentire' agli italiani la presenza di questo sistema solidaristico. Ma anche fare apprezzare l'entita' del servizio che viene offerto, soprattutto per le patologie gravi e croniche''.
Gli industriali del farmaco rivendicano, dati alla mano, il loro ruolo determinante nel garantire ai cittadini piu' farmaci gratuiti. Secondo le cifre, fornite nell'incontro da Farmindustria, infatti, nel 2004 la spesa farmaceutica pubblica in Italia e' stata tra le piu' basse d'Europa: 11,98 miliardi di euro contro 20,35 della Germania,
Non esiste un mercato senza Ssn
Martini ha sottolineato poi la necessita' di collaborazione con l'industria del farmaco. Secondo il direttore generale dell'Aifa, infatti, il grande impegno del Ssn nel garantire la gratuita' dei farmaci, oltre a rispondere alla sua principale 'missione' che e' la tutela della salute dei cittadini, ha anche un valore importante per l'economia del Paese. ''Non esiste un mercato senza Ssn – ha spiegato Martini - e, in questo caso, garantire il paziente significa anche garantire un mercato''. E all'industria chiede - a fronte dei molti sforzi fatti per dare alle aziende condizioni di lavorare con condizioni normative, procedurali e strutturali, adeguate - un maggior impegno perche' l'Italia non sia considerata dalle aziende solo mercato ma anche sede per avviare ''processi di ricerca e sviluppo del farmaco a partire dalla fase I di sperimentazione''. E' necessario invertire il trend. ''Ormai - ricorda - risale a 30 anni fa l'ultimo farmaco completamente italiano''.
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