Da tempo si parla di farmaci generici soltanto in termini di strumento di razionalizzazione della spesa e di prodotti spesso vissuti come superati o di importanza secondaria, in quanto mirati alla cura di malattie minori. Il farmaco generico, al contrario, è l’espressione dei prodotti di più largo successo in campo scientifico nel panorama terapeutico ed è semmai il coronamento di tanti anni di glorioso e apprezzato impiego clinico. Diventano infatti generici proprio quei farmaci che hanno avuto il maggior successo, decretato dal loro profilo di efficacia e tollerabilità e quindi dalla loro affidabilità complessiva.

Non è inoltre casuale il dato che in quasi tutti i protocolli internazionali il “gold standard” della terapia è un farmaco presente anche come generico: questo dimostra che, a prescindere dalla valenza economica (ottenere un risparmio è il primo razionale della commercializzazione dei generici), il generico è senza dubbio il farmaco caratterizzato dalla maggiore attività nell’ambito della classe terapeutica in cui si colloca. E non potrebbe che essere così: non avrebbe senso infatti genericare molecole prive di valore scientifico o tali da non soddisfare i basilari requisiti di efficienza e di sicurezza, che emergono dopo anni di utilizzo in centinaia di migliaia di individui e di attento monitoraggio degli effetti indesiderati.

L’obiettivo che ci prefiggiamo è di porre rimedio alla generale disinformazione diffusa a livello di opinione pubblica, che porta a considerare  i generici alla stregua dei farmaci di automedicazione. Il generico non deve essere trattato diversamente dagli altri farmaci etici: è infatti una molecola di prescrizione e non deve essere quindi confuso con un farmaco da banco o mirato al trattamento di patologie secondarie o di minore entità. E’ dunque cruciale la figura del medico e del farmacista, che sono gli operatori più qualificati nel dare informazione e rassicurazione al paziente sull’opportunità di impiego dei generici. Altrettanto determinanti sono il ruolo e l’impegno delle aziende produttrici nel mantenere vivo l’interesse per questa classe di farmaci, garantendone la qualità e la diffusione. A tale riguardo è da segnalare che l’Osservatorio sui Farmaci Generici istituito da Sandoz ha riscosso consensi e apprezzamenti anche da parte dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), concorde nel ritenere che l’esigenza attualmente prioritaria sia quella di parlare apertamente dei problemi nel mondo farmaceutico con i suoi quattro principali interlocutori: i produttori, i prescrittori, i dispensatori e i consumatori. Per questa ragione l’indagine che Sandoz ha commissionato nell’ambito di patologie di ampia diffusione acquista una duplice importanza: innanzitutto si tratta dei primi riscontri – per quanto ci risulta unici a livello internazionale – acquisiti relativamente ai trial clinici basati sull’impiego di farmaci generici. In secondo luogo, come auspichiamo, i risultati emersi potrebbero servire da stimolo per l’avvio di nuovi studi epidemiologici e di confronto tra molecole.

La realtà odierna, malgrado l’interesse dei media, mostra tuttavia che molto resta ancora da fare nel campo dei generici, a partire dalle Istituzioni, che, dopo la campagna informativa del 2001, non hanno più intrapreso alcuna iniziativa. Basti infatti pensare che tuttora il 30% della popolazione nazionale non sarebbe in grado di dare una definizione corretta di farmaco generico. Questa è una grave lacuna, che limita inevitabilmente lo sviluppo di questi prodotti. E’ vero che occorre tempo per promuovere informazione e cultura, ma a fronte del notevole risparmio conseguito dallo Stato grazie ai generici, si può affermare che nessuno, di fatto, a partire da chi ha investito in questo settore innescando il circolo virtuoso del contenimento della spesa, abbia finora da essi tratto profitto. Il generico, d’altra parte, a differenza degli altri farmaci, ha una vita economica molto breve: il suo prezzo, infatti, è destinato a ribassarsi drasticamente dopo l’immissione in commercio anziché subire gli adeguamenti delle molecole branded. Non resta quindi che una sola possibilità di sopravvivenza per i produttori di generici: aumentare il numero delle confezioni vendute e continuare a proporre nuove specialità che via via scadono di brevetto. Sandoz, nella fattispecie, dopo il lancio di ceftriaxone ed enalapril (rispettivamente antibiotico e antipertensivo) aumenterà il proprio listino anche in fascia C, che raggruppa i farmaci non rimborsabili, quali per esempio le benzodiazepine. Con questa strategia Sandoz amplierà l’offerta di un’interessante opportunità di risparmio anche direttamente per il cittadino e contribuirà a estendere le aree terapeutiche in cui i generici, forti delle pregresse esperienze su larga scala nel trattamento di patologie ad ampia diffusione, quali le sindromi ansiose e depressive, continueranno a costituire un imprescindibile strumento terapeutico di riferimento.

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