Roma, 28 Gennaio
Dai dati Censis emerge l'identikit di un camice bianco fiducioso nella ricerca scientifica ma con i piedi ben piantati nel presente: preferisce usare i farmaci tradizionali perche' piu' sperimentati, e utilizza responsabilmente le novita' farmacologiche. Per informarsi, poi, ricorre sempre di piu' alla tecnologia (Pc, Internet). E' quanto emerge dall'indagine condotta dal Censis e dal Forum per la ricerca biomedica, presentata giovedì a Roma. Sono stati coinvolti 1.000 medici della Penisola.
Il rapporto con i farmaci
I medici italiani sono 'tradizionalisti' nella scelta dei farmaci. Prescrivono piu' spesso, nel 76,7% dei casi, prodotti noti da tempo di cui conoscono bene caratteristiche ed effetti collaterali. Ma hanno anche molta fiducia nei farmaci innovativi, prescritti nel 23,3% dei casi soprattutto per far fronte a malattie croniche e per la loro maggiore tollerabilita'. E' l'identikit del camice bianco italiano tracciato dall'indagine Censis-Forum per la ricerca Biomedica, presentata oggi a Roma, che descrive un professionista attento nella scelta delle terapie farmacologiche per il proprio paziente, e che rivendica il diritto di esercitare le proprie scelte in 'scienza e coscienza', al di fuori di qualunque condizionamento, compreso quello del costo delle cure. Piu' sensibili ai farmaci innovativi i camici bianchi del Sud (27,4%) e del Centro (26%) delle prescrizioni totali, i medici piu' anziani (26%) e i medici generici (23,7%).
I fattori che piu' influenzano le scelte terapeutiche sono l'esperienza clinica personale (51%), le caratteristiche soggettive del paziente (12,9%) e la notorieta' e affidabilita' del farmaco (11,1%). I medicinali innovativi vengono prescritti soprattutto per le malattie croniche (36,4% dei casi) e, in seconda istanza, per quelle acute (27,7%), poco meno del 20% del campione li prescrive contro le sindromi dolorose. Tra chi sceglie i nuovi farmaci il 62% e' spinto dalla maggiore tollerabilita' del prodotto, mentre il medicinale tradizionale, tra due farmaci con caratteristiche simili, viene preferito per la maggiore conoscenza degli effetti collaterali (41,3%), dei meccanismi d'azione (22%) e una piu' ampia letteratura sull'argomennto (19%).
Il medico, il pc ed Internet
Il 71,5% dei camici bianchi utilizza il computer per compilare e consultare le cartelle cliniche e il 61,9% per registrare le prescrizioni farmacologiche. A 'resistere' alle nuove tecnologie restano i camici bianchi piu' anziani che usano il Pc per le cartelle cliniche nel 43% dei casi e per le prescrizioni (36%). Il computer e Internet sono utilizzati anche come supporto informativo al momento della diagnosi (56%), ed in questo caso sono i medici specialisti i piu' assidui frequentatori della rete (59% contro 55%). Circa un terzo del campione dichiara di servirsi di tecnologie informatiche per studi farmaco-epidemiologici o per partecipare a studi di questo tipo. Per quanto riguarda le fonti e le modalita' di aggiornamento professionale, le pubblicazioni scientifiche sono, nel complesso, lo strumento formativo principale secondo oltre la meta' dei medici intervistati (53,8%). Considerati importanti per l'aggiornamento, dal 50,6% del campione, anche convegni e seminari, il 21% fa riferimento a Internet. Piu' bassi, infine, i dati sui camici bianchi che preferiscono gli informatori scientifici (10,2%) e il confronto informale con i colleghi (9,5%).
Tecnologia e ricerca
Il 61% dei camici bianchi intervistati e' favorevole allo sviluppo della ricerca biotecnologica in tutti i campi, compreso quello contestato degli Ogm, a fronte del 38,4 % che propende per applicazioni limitate al campo della salute. Un compatto 91,2% dice no alla clonazione degli esseri umani, mentre il fronte si spacca su altri temi delicati: il 58% e' d'accordo sull'uso di cellule e organi di animali geneticamente modificati, il 68,7% si oppone alla clonazione animale, mentre la possibilita' di 'fotocopiare' gli organi umani e' accolta da un 54,9% di si' e dal e 45,1% di no. Quanto al livello di conoscenza dei camici bianchi su questi temi, il 64,8% e' molto o abbastanza informato solo sull'uso delle staminali embrionali. I medici indicano la prevenzione tra i settori di ricerca piu' promettenti (26,2%) e su cui puntare maggiormente (33,3%). Al secondo posto l'innovazione nelle tecnologie diagnostiche (24%). La fiducia nella scienza e nella tecnologia e' radicata anche nella quotidianita' della pratica medica. Per i camici bianchi il vantaggio e' la capacita' di fare diagnosi piu' precise (63,7%) e precoci (31,9%), mentre solo per pochi la conseguenza dell'innovazione e' la deresponsabilizzazione dei medici nella diagnosi clinica (2%) e l'incremento dei costi sanitari (1,7%).
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