Roma, 28 Gennaio

''In Italia per costruire una vera politica del farmaco abbiamo bisogno di industriali e non di 'industriosi'''. Cosi' il ministro della Salute, Girolamo Sirchia sottolinea l'importante ruolo che l'industria ricopre nel settore farmaceutico. E, intervenendo all'inaugurazione del nuovo centro di ricerca e sviluppo della Serono, tenuto 'a battesimo' a Guidonia, alle porte di Roma, aggiunge ''questo ne e' un esempio. Un'azienda che guarda al mercato italiano e straniero, che investe un quarto dei suoi profitti nella ricerca e che rischia per arrivare a un risultato, e' una bella lezione''.

Sirchia apprezza poi ''la grande attenzione riservata alle biotecnologie. In un paese come l'Italia - aggiunge - che non ha ancora capito che le biotecnologie offrono all'uomo speranze di vievere e sopravvivere'', aggiunge citando l'esempio dell'allarme suscitato dall'emergenza dell'influenza aviaria, contro il quale la ricerca biotecnologica rappresenta un fondamentale strumento. ''Da noi, invece - sottolinea - si continua a divulgare ideologie anti-scientifiche sulle biotecnologie, che ci rendono ridicoli di fronte al mondo e ci portano fuori dalla storia. Bisogna capire che la scienza e' per l'uomo e non contro l'uomo, ma cio' non sempre accade''. Il ministro ricorda quindi l'impegno del Governo in questo settore. ''Ho parlato con Berlusconi e Letta - dice - quando abbiamo incontrato la Farmindustria, della necessita' di agevolare tutti gli investimenti in ricerca''. Ma e' altrettanto prioritario, per Sirchia, ''rendere piu' facile la sperimentazione dei farmaci in Italia ed eliminare il cancro della burocrazia, per abbreviare i tempi morti, che oggi scoraggiano l'industria a investire nel nostro paese. La Finanziaria - ricorda - ha gia' detassato l'Irap. E' un ottimo inizio ma e' solo l'inizio''.

''E' stato inoltre fissato il 'premio di prezzo' per le industrie che producono molecole con reali vantaggi terapeutici'', aggiunge. ''Ma le invenzioni vere, in questo settore, sono poche - ammonisce - mentre servono farmaci davvero innovativi. La politica del farmaco e' fatta di tutto questo - conclude - ma anche di rapporti diplomatici con l'estero, per trovare nuovi mercati, affinche' il Paese possa primeggiare anche nel campo farmaceutico, grazie ai cervelli e all'ingegno di cui disponiamo. E forse per questo bisognerebbe lavorare insieme al nostro ministero degli Esteri''.

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