Roma, 29 dicembre

I farmacisti italiani, rappresentati da Federfarma, denunciano un clamoroso scandalo nella sanita'. Il ministero dell'Economia ha infatti affidato, a pagamento, un programma raccolta dati che di fatto duplica il servizio gia' offerto gratuitamente dalle farmacie italiane. Sull'argomento Federfarma ha chiesto ai ministri della Salute, Girolamo Sirchia, e dell'Economia, Domenico Siniscalco, di pronunciarsi su questa iniziativa ''spreca-risorse, che rende sempre piu' difficile la vita dei cittadini ammalati, specie se deboli e non abbienti''.

''Da molti anni - si legge in una nota di Federfarma - le farmacie italiane raccolgono tutte le informazioni sulle ricette e sulla spesa farmaceutica pubblica, che vengono fornite entro tre settimane all'Agenzia del farmaco del ministero della Salute: il tutto con leadership in Europa e costi zero per lo Stato''. Ora, pero', ''il ministero dell'Economia - denuncia Federfarma- ha affidato alla Sogei (senza gara e sulla base di criteri non resi pubblici) il compito di raccogliere gli stessi dati nelle farmacie italiane. Il costo ufficiale e' di 50 milioni di euro all'anno, che salgono notevolmente tenendo conto di varie voci accessorie e di oltre 4 milioni di euro di bonus fiscale a farmacie che gia' forniscono gratuitamente gli stessi dati ogni mese''. I farmacisti di Federfarma denunciano ''lo spreco, l'incompetenza e i rischi di chi sta mettendo in piedi un nuovo inutile carrozzone''. Secondo Federfarma, insomma, ''si spreca denaro pubblico per ottenere dati gia' disponibili''. Non solo. Dati ''ulteriori verrebbero forniti dalle farmacie sempre a costo zero, con semplici adattamenti gratuiti del software gia' in uso da anni''.

Si complica, inoltre, la vita dei cittadini, dei medici e dei farmacisti. Un esempio per tutti: ''Il farmacista - precisa Federfarma - dovrebbe pretendere da chi gli chiede un farmaco rimborsabile la tessera sanitaria del destinatario del farmaco, il che - in assenza di adeguata informazione della popolazione - fa si' che il farmacista si trovi costretto a rifiutare il farmaco o a farlo pagare a tutti coloro che vanno a richiederlo per conto di un altro senza la sua tessera sanitaria (familiari, badanti, colf, portinai, amici, ecc.) con danno economico o complicazioni insopportabili proprio per le fasce piu' deboli della popolazione (poveri, disabili, non autosufficienti, soli, ecc.). I farmacisti, poi, ''vengono inutilmente oberati di complicazioni burocratiche, che peggiorano il servizio al cittadino con nuove registrazioni e con il cambio di tecnologie e sistemi informatici''. Ma ci sono anche conseguenze istituzionali. ''Si espropriano - secondo Federfarma- il ministero della Salute e l'Agenzia del farmaco del loro ruolo, continuando a ridurre la salute ai soli aspetti economici, mentre si riducono i poteri delle Regioni, rendendo l'intero sistema farraginoso e meno efficiente''. Federfarma avanza il sospetto che ''in modo improvvido si voglia rendere impossibile da parte delle farmacie la fornitura all'Agenzia del farmaco e ai giornalisti dei dati dettagliati mensili sull'andamento dei consumi e della spesa farmaceutica pubblica''. E se si andra' avanti su questa strada, ''per molti mesi e probabilmente per anni il ministero dell'Economia non sara' in grado di fornire dati affidabili e completi, perdendo ogni monitoraggio della spesa solo per tacitare coloro, come i farmacisti italiani, che anche recentemente sono stati in prima linea nella denuncia dello sforamento della spesa farmaceutica pubblica''.

E Federfarma rincara: ''Con la scusa della trasparenza e della sacrosanta lotta agli sprechi sanitari, si foraggiano soluzioni e strutture inadeguate, per di piu' con forti rischi per la tutela della privacy del cittadino che con il sistema attuale e' stata garantita sia dai medici sia dai farmacisti''.

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