Roma, 21 dicembre

''I prezzi dei farmaci sono rimasti stabili, ma quest'anno l'industria ha reagito incentivando l'aumento delle ricette e delle confezioni. La sua potenza di fuoco è determinata dai 30 mila informatori scientifici che ogni giorno visitano in media dieci medici''. Lo afferma il farmacologo, Sivio Garattini, dell'Istituto Mario Negri di Milano, in un'intervista a 'La Repubblica', commentando il boom dei consumi dei farmaci in Italia.

''Non bisogna nascondere - continua Garattini - che manca una comunicazione chiara da parte del Servizio sanitario nazionale su un nodo cruciale: si magnificano i benefici dei farmaci e nessuno parla dei danni che possono provocare''. ''Nel 2004 i prezzi dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale sono calati globalmente dello 0,9 %, ma la spesa è cresciuta del 6%, senza contare quella ospedaliera: quindi, l'aumento reale lordo è stato del 10,2%. La spesa privata, per farmaci di fascia C e da banco, è scesa del 2,6%. Un fenomeno in controtendenza rispetto al 2003 quando la spesa pubblica è diminuita del 3,5% e quella privata era cresciuta del 15,9%. Il mercato, ovvero le industrie, si adeguano alle scelte politiche e alla fine ci guadagnano sempre''.

Riguardo a tutte le Regioni, spiega Garattini, ''ci sono grandi differenze. Escludendo il ticket, la spesa procapite è stata di 157,64 euro l'anno. Ma nel Lazio ha raggiunto i 206,50 euro, mentre in Piemonte si è assestata a 124,78. Eppure le condizioni climatiche e di vita dovrebbero favorire il Centro-sud. Allora c'è qualcosa che non funziona, a partire dalle prescrizioni non giustificate dalle reali condizioni di salute dei pazienti''.