Roma, 9 dicembre

Non sono solo le aziende farmaceutiche a far lievitare la spesa farmaceutica. E non possono essere, quindi, solo gli industriali a pagare il prezzo dello sfondamento: anche i grossisti e farmacisti stanno incassando sullo 'sforamento' e 'chi incassa paga'. E' la risposta della Farmindustria a Federfarma che, in un comunicato, aveva criticato l'emedamento alla Finanziaria , in discussione al Parlamento, che propone di trasformare il contributo a carico dell'industria farmaceutica, per il ripiano della spesa, in una riduzione generalizzata dei prezzi dei farmaci. Un provvedimento, secondo Federfarma, che penalizzerebbe i farmacisti.

Gli industriali del farmaco, pero', non ci stanno e ricordano che ''il fatturato industriale dei farmaci rimborsabili del Ssn è aumentato, nei primi 9 mesi dell'anno, del 6% mentre la spesa farmaceutica pubblica è aumentata del 9,3%. Occorrerebbe capire - si legge in una nota della Farmindustria - da cosa derivano i 3,3 punti di incremento (ben un terzo del totale!) di spesa pubblica che non sono stati causati da un aumento del fatturato industriale. Insieme al principio di 'chi rompe paga' in un Paese civile bisognerebbe applicare anche il sacrosanto principio di 'chi incassa paga'''. ''I proprietari di farmacie e i grossisti - sottolinea Farmindustria - stanno incassando come profitti in più, quest'anno, sullo sfondamento del tetto di spesa farmaceutica, qualcosa come 250 milioni di euro. Sarebbe eticamente giusto ed economicamente equo che restituissero tali somme al Ssn e ai cittadini''.

Per Farmindustria ''e' poi paradossale che Federfarma contrasti una proposta di riduzione dei prezzi dei farmaci rimborsabili dal Ssn''. Il che avrebbe indubbi vantaggi ''1) porterebbe 300 milioni in piu' all'anno di risparmio nelle casse del Ssn; 2) darebbe un altro colpo all'inflazione, perché i farmaci rimborsabili pesano in modo significativo sul paniere dell'Indice nazionale dei prezzi al consumo; 3) permetterebbe ai cittadini, che non passano tramite il Ssn, di acquistare farmaci in classe 'A' a prezzi più bassi; 4) renderebbe del tutto trasparente il meccanismo di 'risparmio' che, con il sistema attuale dello 'sconto', trasparente non è''. Quanto ai 'principi' invocati da Federfarma, ''ci sembra assolutamente naturale - conclude Farmindustria - che siano Governo e Parlamento a definire le regole ed eventualmente a modificarle''.

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