Roma, 9 dicembre

Scaricare sulle farmacie le responsabilità e i costi dell'aumento della spesa farmaceutica. Nasconde questo tentativo, secondo Federfarma, la proposta di trasformare il contributo a carico dell'industria farmaceutica, per il ripiano della spesa, in una riduzione generalizzata dei prezzi dei farmaci. La proposta e' contenuta in un emendamento alla finanziaria, all'esame della commissione Bilancio del Senato, a cui i farmacisti di Federfarma si oppongono fermamente.

La Federfarma, in una nota, ricorda che il ministero della Salute e l'Agenzia del farmaco hanno piu' volte ribadito come l'aumento di spesa farmaceutica sia dovuto alle spinte promozionali delle aziende produttrici. ''Proprio per tentare di arginare tali spinte - sottolinea Federfarma - il Governo e il Parlamento hanno approvato due leggi che attribuiscono all'industria farmaceutica l'onere di coprire il 60% dello sforamento del tetto di spesa farmaceutica. Motivo per il quale, oggi, l'industria paga su tutti i farmaci prescrivibili a carico del Ssn (fascia A) un contributo del 6,8% sul proprio margine, pari al 4,12% sul prezzo al pubblico''. L'emendamento all'esame della Commissione Bilancio propone di trasformare questo contributo in un taglio dei prezzi. Se cio' avvenisse, sostiene Federfarma, a pagare i costi dell'aumento di spesa sarebbero anche le farmacie e i grossisti, i cui margini sono fissati in misura proporzionale sul prezzo al pubblico dei medicinali. ''E' il gioco delle tre carte da fiera paesana: carta vince, carta perde. L'industria - continua Federfarma - punta a nascondere le proprie responsabilità e a scaricare sull'intera filiera le conseguenze negative dell'aumento di spesa che è frutto delle spinte promozionali di alcune aziende. In tal modo, per di più, si elimina qualsiasi effetto deterrente: le industrie continueranno a promuovere i propri prodotti e la spesa continuerà ad aumentare. Il tutto in barba al principio che chi rompe paga, al quale si sono ispirati il ministero della Salute e l'Agenzia italiane del Farmaco''. Se l'emendamento dovesse essere approvato, concludono i farmacisti, ''qualcuno continuerà a rompere e a pagare saranno gli altri''.

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